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F1 | Analisi tecnica Mercedes W11: rinnovata per vincere
I campioni in carica hanno presentato al mondo la Mercedes W11, che richiama i punti di forza della vettura 2019 e presenta vistosi cambiamenti intorno alle pance, per puntare con decisione anche ai titoli 2020.
by Carlo PlatellaI campioni del mondo in carica sono usciti allo scoperto, presentando al mondo la nuova Mercedes W11.
Nonostante la vittoria di entrambi i campionati nel 2019, a Brackley non hanno di certo dormito sugli allori e hanno concentrato il lavoro sui punti deboli della W10, consapevoli che per vincere anche nel 2020 sarà necessario battere una Ferrari e una Red Bull più agguerrite che mai.
Sono stati mantenuti i punti di forza del 2019 quali la geometria delle sospensioni anteriori che consente un’eccellente gestione degli pneumatici, mentre il centro-vettura è stato completamente rivisitato e snellito per colmare il divario in velocità di punta dalle rosse di Maranello.
Le foto della Mercedes W11
Grandi cambiamenti alle pance
Il più grande cambiamento nella monoposto 2020 risiede nella nuova forma delle prese d’aria laterali, adesso di chiara ispirazione Ferrari. Il cono superiore di anti-intrusione laterale è stato abbassato e insieme alla sua carenatura costituisce adesso il limite inferiore della bocca del radiatore a lato dell’abitacolo.
L’apertura per l’ingresso dell’aria nelle pance è notevolmente ridotta rispetto alla passata stagione, concentrata nella parte in alto. Una soluzione davvero ardita da parte delle frecce d’argento, considerando che nel 2019 avevano sofferto in alcune occasioni di problemi di surriscaldamento della power-unit.
Inoltre, il ridimensionamento delle pance non viene compensato da un allargamento dello sfogo per l’aria calda nella parte terminale del telaio al retrotreno. La pista sancirà se la scelta progettuale costituisca un rischio per l’affidabilità oppure se sia stata frutto di un lavoro parallelo di evoluzione del propulsore.
La riduzione delle prese d’aria laterali consente di avere delle pance particolarmente svasate nella parte inferiore, lasciando esposta una gran superficie del fondo vettura per la generazione di carico aerodinamico e accelerando i flussi diretti al retrotreno, migliorando anche l’estrazione dal diffusore. La forma del telaio inoltre suggerisce una diversa inclinazione dei radiatori.
La carenatura del cono di anti-intrusione superiore davanti al radiatore si estende adesso fino a intersecare la paratia verticale del sidepod, che alla sommità si raccorda in maniera continua con il profilo orizzontale che si estende da sopra la presa d’aria. Viene quindi a mancare lo spazio tra i due profili, verticale ed orizzontale, presente fino alla passata stagione. In casa Mercedes si è scelto pertanto di rinunciare ad un vortice a scapito di una leggera minor efficienza aerodinamica al posteriore, guadagnando in termini di velocità di percorrenza sul dritto.
Mantenuti i punti di forza
Per il resto la W11 è una chiara evoluzione della sua progenitrice, riprendendone i punti di forza.
La sospensione anteriore presenta ancora il POU, Pushrod On Upright: il braccetto obliquo del puntone si aggancia direttamente al montante e non al triangolo inferiore, in posizione sfalsata rispetto all’asse di sterzo della ruota. In fase di sterzata quindi la ruota trascina l’avantreno verso il basso e con esso il centro di gravità, migliorando la dinamica in curva.
Il triangolo superiore a sua volta è attaccato al portamozzo in posizione rialzata grazie alla presenza del bracket, con un’accentuazione dell’angolo di king-pin, l’inclinazione verticale dell’asse di sterzo della ruota, che porta tra gli altri effetti ad uno schiacciamento dello pneumatico contro il terreno durante la sterzata.
Si vengono inoltre ad accorciare i bracci alti della sospensione, portando ad un miglior camber recovery in curva, ossia il recupero dell’inclinazione verticale della ruota rispetto al terreno, allargando l’impronta a terra dello pneumatico e portando ad una maggiore aderenza.
Questo permette agli attacchi sospensione del triangolo superiore alla scocca di essere collocati molto in alto sul musetto, liberando una gran porzione di superficie per i flussi d’aria.
Sulla strada dell’upwash
Contrariamente ai cambiamenti apportati da Red Bull e McLaren, l’ala anteriore rimane nella configurazione ad upwash, volta ad indirizzare la portata d’aria verso l’alto per ottenere il massimo della deportanza all’anteriore. Tuttavia, nella parte laterale i profili cambiano leggermente inclinazione, richiamando l’effetto dell’outwash e deviando parzialmente i flussi all’esterno delle ruote.
Il muso si presenta ancora una volta con una sezione ristretta per favorire la penetrazione aerodinamica e la velocità di punta. Ai lati della parte terminale del musetto si estendono i profili longitudinali a ‘manta’, che incanalano l’aria sotto di essi, accelerandola e generando carico aerodinamico.
Nel complesso l’ala anteriore richiama la versione 2019, suggerendo la possibilità di vedere aggiornamenti già ai test di Barcellona, così come per l’alettone posteriore e la deck-wing.
I cerchioni anteriori dispongono nuovamente delle aperture rettangolari nelle razze, favorenti la gestione delle temperature di gomme e freni e richiamando l’effetto dei mozzi soffiati.
Di profilo si denota un assetto rake poco accentuato, con una lieve inclinazione del corpo vettura in avanti.
L’air-scope posto sopra l’halo infine rimane nella configurazione 2019, di forma ogivale con tre aperture interne.
In conclusione, la Mercedes W11 si pone come un’evoluzione dalla vincente vettura 2019. Tuttavia, a centro-vettura è stata operata una vera e propria rivoluzione, possibile solo se supportata da un adeguato lavoro di sviluppo della power unit.
A Brackley hanno intenzione di allungare la striscia di vittorie e per farlo hanno preferito rifarsi al motto secondo cui tutto deve cambiare perché tutto resti come prima.