Cocaina nelle rose di San Valentino
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La Colombia è il secondo paese al mondo per esportazione di fiori. Ma ad uscire in quantitativi da record dai suoi confini è anche la cocaina.
I trafficanti la nascondono addirittura nelle rose. Per questo a San Valentino non sono solo i produttori e confezionatori di bouquet ad essere particolarmente oberati di lavoro, ma anche i poliziotti impegnati nei controlli delle spedizioni.
"Non hanno occultato lo stupefacente solo nei nuclei dei fiori", spiega un agente, "Ma anche nei gambi. Inoltre nelle scatole abbiamo scoperto degli alcaloidi destinati a lasciare il Paese".
Massima attenzione viene richiesta anche alle aziende dove i fiori vengono confezionati. Entrando in una sede del gruppo Flores de Tenjo, che esporta in tutto il mondo, notiamo subito le telecamere che monitorano ogni passaggio del processo, per prevenire irruzioni dei trafficanti.
Una dirigente spega: "Garantiamo che le esportazioni siano a norma di legge. Dobbiamo essere rigorosi sulla selezione e l'assunzione dei nostri lavoratori, sui fornitori e tutti i materiali di imballaggio richiesti per l'esportazione".
Tutte le confezioni hanno codici a barre, che indicano l'origine dei fiori: un tracciamento utile per la polizia in fase di controllo. Lo scorso mese quasi 500mila scatole sono state esaminate sotto scanner, e 26mila manualmente da un centinaio di poliziotti nei punti di spedizione.
Nel 2018 sono stati scoperti più di 400 chili di cocaina nascosta tra e nei futuri omaggi floreali, oltre che nei falsi fondi degli imballaggi.
Esistono ancora più di 160mila ettari di piantagioni di coca in Colombia. I trafficanti usano ogni mezzo per far arrivare la droga in Europa. La polizia colombiana sta impedendo che il traffico di cocaina s'infiltri nel business dei fiori, che è facilitato dall'accordo di libero scambio tra Colombia ed Unione europea.