Suicidio scuola | due casi al ‘Frisi’ di Monza | “Occorre riflettere”
by Salvatore LavinoDoppia vicenda di suicidio a scuola, con due giovanissime vittime che frequentavano lo stesso istituto, il ‘Frisi’ di Monza. Si sono uccisi a breve distanza.
Il liceo scientifico ‘Frisi‘ di Monza ha fatto da teatro ad un doppio suicidio a scuola. Le giovani vittime si sono tolte la vita nei giorni scorsi, a pochissima distanza l’una dall’altra.
LEGGI ANCHE –> Simona Viceconte | suicida come la sorella un anno dopo
Entrambi i ragazzi erano iscritti al quinto ed ultimo anno e le loro vicende sembrano essere slegate, in base a quanto si apprende dopo la raccolta delle relative informazioni su quanto accaduto. La preside dell’istituto si pone delle domande in merito alla necessità ed alla capacità, sia da parte del corpo docenti che delle famiglie, di sapere comunicare con i giovani. Perché nei casi più estremi c’è il concreto rischio di poter assistere al suicidio a scuola di un ragazzo che non sa come fare fronte ad un problema. La prima vicenda è datata allo scorso 24 gennaio, con un 19enne che si è gettato da una finestra.
LEGGI ANCHE –> Morto suicida | 19enne impiccato ad un albero nel parco
Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI
Suicidio scuola, il ‘Frisi’ sospende le normali attività
Invece domenica 9 febbraio un coetaneo si è gettato contro un treno regionale in corsa. La polizia di Monza ha notato, a seguito delle relative inchieste, che entrambi gli studenti frequentavano il ‘Frisi’. Cosa che comunque sembra essere nient’altro che una pura coincidenza. La direzione scolastica dell’istituto però intende non trascurare quanto successo ed annuncia la sospensione di interrogazioni e compiti in classe. Per un determinato periodo di tempo le normali attività faranno posto a degli incontri che coinvolgeranno anche genitori ed insegnanti, ed in cui si parlerà del suicidio. A quest’opera di sensibilizzazione parteciperanno anche l’ospedale San Gerardo di Monza e la Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università Bicocca.
LEGGI ANCHE –> Rula Jebreal, il racconto tragico: “Mia mamma si è suicidata”
Sono centinaia i giovanissimi che necessitano di aiuto
I ricoveri di giovanissimi ogni anno sono 300 in media, con altri 200 tenuti sotto osservazione. L’invito rivolto alle famiglie è quello di non trascurare nulla e di provare a cogliere ogni possibile campanello di allarme. Ma bisogna farlo nel modo meno invasivo possibile, per non portare ulteriori turbamenti. “Serve comunicazione, occorre dialogare”, dicono gli esperti psicologi. Ed un altro aspetto importante è non caricare i propri figli di ansie e di aspettative eccessive, che possono causare un carico di stress tremendamente grande da sopportare.