Perché Alice nel Paese delle Meraviglie piace sempre così tanto? Un libro vi farà perdere la testa

L'edizione dei MinaLima, un duo di graphic designer londinesi, autori anche dell’universo grafico della serie dei film di Harry Potter, ma anche una mostra a Londra per Alice

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L'Ippocampo edizioni
Alice nel Paese delle meraviglie

“Ma io non voglio andare fra i matti”, osservò Alice. 

“Oh non ne puoi fare a meno”, disse il Gatto. “Qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta”

“Come sai che io sia matta? domandò Alice.

“Tu sei matta, disse il Gatto, altrimenti non saresti venuta qui”. 

Il 2020 sarà più che mai l’anno di Alice nel Paese delle Meraviglie. Non ci saranno anniversari particolari, ma lei - uno dei personaggi più conosciuti al mondo creato dalla fervida immaginazione di Lewis Carroll nel 1865 ispirandosi alla figlia del decano del Christ Church di Oxford dove lavorava - sarà la protagonista assoluta di “Alice: Curiouser and Curiouser”, una delle mostre più attese in programma dal 27 giugno prossimo al Victoria & Albert Museum di Londra, un grande omaggio alla ragazzina dai capelli dorati con cui il curatore Tom Piper andrà ad approfondire il fenomeno che ruota intorno a quel romanzo cult, dalle origini dell’opera a tutte le produzioni che ha ispirato.

In quell’occasione sarà possibile ammirare dal vivo il manoscritto originale di Carroll oltre a scenografie teatrali e proiezioni digitali su larga scala che hanno a loro volta ispirato Salvador Dalí come i Beatles, la rapper Little Simz o la fashion designer Thom Browne, la stilista Iris van Herpen e la fotografa Annie Leibovitz.

Ma torniamo al libro, perché è da lì che tutto ha avuto inizio. È stato ed è un successo anche da noi, soprattutto dopo l’omonimo cartone animato della Disney del 1951 che ha reso i personaggi della storia ancora più indimenticabili. Negli anni, poi, il soggetto del romanzo ha ispirato opere di teatro, adattamenti cinematografici, opere d’arte e musicali e continua a piacere. Sono state tante, tantissime le edizioni pubblicate. Oltre a quella annotata e curata da Martin Gardner (con traduzione di Masolino D’Amico) per i classici BUR deluxe di Rizzoli, l’edizione più completa ed originale in circolazione è sicuramente quella da poco pubblicata dalla casa editrice L’Ippocampo che da sempre punta alla qualità, alla bellezza e ai contenuti dei loro libri. 

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Il loro “Alice nel Paese delle Meraviglie” è un piacere per gli occhi e per la mente e non esageriamo nel dirlo. Provare per credere. Di dimensioni giuste, ben rilegato, vi farà entrare sin dalle prime pagine in questa storia che più si rilegge, più appassiona, una di quelle che ogni volta fa scoprire nuovi aspetti e sfumature che alla lettura precedente non si erano notati. Il merito, senza ombra di dubbio, va a colui che l’ha scritta, ma in questo caso giocano un ruolo particolare i due artisti che ne hanno disegnato tavole e disegni, tutti contenuti all’interno di questa edizione. Loro sono i MinaLima, un duo di graphic designer londinesi (Miraphora Mina e Eduardo Lima), illustratori di questo come di altri libri della serie (Il Giardino Segreto, Il Libro della Giungla; presto saranno pubblicati sempre da L’Ippocampo anche La Bella e la Bestia e Pinocchio), nonché creatori dell’universo grafico della serie dei film di Harry Pottere di Animali Fantastici e dove trovarli.

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Con Alice si sono inventati uno stile tutto loro per colpire il pubblico con l’originalità, perché stiamo pur sempre parlando di un grande classico che più o meno tutti abbiamo letto (o ci hanno letto) anche più di una volta. I loro disegni vivacizzati da colori pastello e fluo vi faranno appassionare ancora di più a una storia che ha fatto parte della nostra adolescenza e che continua in qualche maniera ad accompagnarci ancora oggi. 

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Ecco le frasi celebri (“Sii quello che sembri”; Per quanto tempo è per sempre? A volte solo un secondo”; “In tutto c’è una morale se si sa trovarla”), ecco Alice piccolissima, seguita poi da quella gigante e poi di nuovo piccola dopo essere scivolata nella tana del Bianconiglio che corre gridando “È tardi! È tardi!”, seguito da lei e da altri personaggi. Ecco il Cappellaio Matto e il suo rito del te’, ecco la Regina di Cuori e la sua frase cult “tagliatele la testa!” rivolta ad Alice, ma anche ai fiori e a tutti coloro che la indipsettiscono; ecco le conchiglie, le storie tristi e allegre, il gatto dagli occhi luminosi che appare e scompare trasformandosi in una sorta di narratore onnipresente della storia. Un libro unico, non vi è alcun dubbio, grazie a questa edizione ancora di più, perché tra l’altro ci sono le figure che tanto piacevano ad Alice più che mille parole. Perdercisi è meraviglioso, ma purtroppo – come scriveva Carroll, sappiamo molto bene che “è sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti”. 

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