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Il boss e l’avvocato, ecco chi siglò la pax mafiosa con gli Spada a Ostia

Arrestati Salvatore Casamonica e il legale Lucia Gargano del Foro di Roma: secondo i magistrati furono loro a concordare l’intesa con «Barboncino»

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Erano i garanti della pax mafiosa tra il clan Spada di Ostia e il sodalizio facente capo ad Esposito, conosciuto come "Barboncino". E l'incontro, nel quale l'accordo è stato raggiuto, è avvenuto intorno a un tavolo a Grottaferrata, ai Castelli Romani. Attovagliati i boss della mala romana: Salvatore Casamonica, oggi in carcere e al 41 bis, e Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio freddato con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto scorso nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana. Oltre a loro, e questo il nome nuovo dell'inchiesta, Lucia Gargano, avvocato penalista, e amica di entrambi gli indagati. Il ruolo del legale emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma Corrado Cappiello, ed eseguita dal Gico della Guardia di Finanza, che ha disposto il carcere per Casamonica e i domiciliari per Gargano.

Proprio questi ultimi, scrive il gip, «ricoprivano il ruolo di plenipotenziari del clan Spada con lo scopo, poi realizzato, di porre fine agli atti intimidatori perpetrati nei confronti del sodalizio». Ruolo diverso aveva Piscitelli che «rappresentava gli interessi del gruppo capeggiato da Marco Esposito detto 'Barboncino'». «Sui miei ti metto tutte e due le mani sul fuoco… Il sì deve essere sì e il no deve essere no!», dice "Diabolik". «Però poi devono fare i bravi davvero», risponde Casamonica che ribadisce: «Ti ripeto Fabrì sappi che io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti eh!». Dalle carte emerge inoltre il ruolo dell'avvocato Gargano, «fondamentale trait d'union tra Carmine Spada detto 'Romoletto' e Piscitelli».

A fare da cerniera tra i due - che non potevano incontrarsi perché il primo era sottoposto ad obbligo di dimora nel comune di Roma e il secondo a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Grottaferrata - era proprio la Gargano. «Mo me riarrestano er poro Diabolik», dice intercettata. L'indagine del Gico della Guardia di Finanza - coordinata dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino e dai pm Ilaria Calò, Giovanni Musarò e Mario Palazzi - si è sviluppata nello stesso contesto investigativo delle precedenti operazioni («Brasile Low Cost» e «Grande Raccordo Criminale»), grazie alle quali sono stati arrestati per reati di narcotraffico, oltre a Salvatore Casamonica, Dorian Petoku, Tomislav Pavlovic, Fabrizio Fabietti e altre 51 persone.