Scarpe: non le produciamo come una volta
by Nicola SantulliLa produzione delle scarpe in passato era sicuramente più alta. Nel 2019 è cresciuto l’export e il saldo commerciale ma la produzione in quantità ha avuto un effetto ribassista (-1,3%).
Il settore calzaturiero deve ringraziare le griffe di lusso per aver sventato una ecatombe. Grazie alle esportazioni si è superato i dieci miliardi di euro con la Svizzera che ha segnato un +27%.
Nonostante questo segnale positivo, nel complesso la situazione del comparto calzaturiero non se la passa bene con flessioni in volume di export e produzione che equivalgono ad un calo della manodopera.
Come sarà il 2020
Non c’è da stare allegri. La fase recessiva non sarà superata agevolmente e le incertezze per il 2020 vengono alimentate dal contesto storico non dei migliori. Purtroppo ciò che sta avvenendo in Cina rappresenterà un brutto colpo al mercato calzaturiero poiché nell’ultimo decennio le crescite sono state costanti.
Come uscire dalla crisi
Si deve puntare sul ricambio generazionale e sull’innovazione tecnologica. La vecchia azienda come immaginata una volta va messa da parte e innestare nuove figure professionali. Il settore conta 75.000 addetti, un attivo del saldo che sfiora i 5 miliardi di euro e una produzione pari a 8 miliardi.
I numeri dell’export
L’85% della produzione italiana va all’estero. Il segno rosso in Russia (-15,3%) fa tremare i polsi, l’ex area sovietica era uno dei principali mercati di sbocco esteri. Le contrazioni sono anche in Germania (-9,3), Medio Oriente (-9,2%) e Giappone (-6,7%, pur con un +6,8% in valore). A fare da contraltare la Francia, +6,4% in volume e +9,3% in valore; gli USA e in Cina con il 10%, il 20% in Sud Corea.
In Italia cosa succede
Purtroppo in Italia i consumi sono con trend negativo: un calo sia in quantità (-3,2%) che in spesa (-2,3%). Non diamo tutte le colpe ad un aumento del prezzo delle scarpe in media del +0,9. Sono gli italiani che comprano meno scarpe e ricorrono di più al calzolaio per risparmiare. Pensare che Francia e Germania per volumi sono avanti all’Italia.
Quali scarpe piacciono
Le scarpe sportive/sneakers reggono. Gli uomini comprano meno scarpe “classiche” così come le donne. Per quest’ultime reggono polacchetti e stivali alti. Ai bambini/ragazzi si comprano le scarpe facendo segnare un più modesto dato in negativo. Per non parlare dei dati della pantofoleria (-4,3%).
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