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(foto: Mikhail Svetlov/Getty Images)

La Russia ha multato Twitter e Facebook per la gestione dei dati degli utenti

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Le due società di social media dovranno decidere se pagare 4 milioni di rubli e installare i loro server sul suolo russo, o ribellarsi a Mosca e rischiare di venir bloccate su tutto il territorio nazionale

Il tribunale distrettuale di Tagansky a Mosca ha multato Facebook e Twitter per non aver rispettato la legge russa sulla gestione dei dati degli utenti internet. Le due società di social media dovranno pagare una multa da 4 milioni di rubli (circa 58mila euro) al governo russo.

All’inizio di febbraio il Roskomnadzor, servizio federale russo per la supervisione delle connessioni e comunicazioni di massa, aveva avviato un procedimento per sanzionare i due social network a seguito della loro risposta negativa alla richiesta ufficiale del servizio di archiviare i dati dei russi su server installati all’interno del paese. È proprio tale procedimento ad aver visto la risoluzione con la decisione del tribunale distrettuale di Tagansky di multare i due social network.

Dal 2014 in Russia vige una legge che obbliga le società ad archiviare i dati degli utenti che vivono sul territorio nazionale in server che si trovino fisicamente installati all’interno dei confini della Russia. Questa legge, secondo molti esperti, è stata creata per consentire agli enti governativi e ai servizi segreti di Mosca di ottenere con più facilità le informazioni sui soggetti d’interesse per il governo o gli apparati statali.

Un’altra motivazione possibile legata alla necessità di avere i dati dei propri cittadini su server in loco è legata agli sviluppi della rete locale Runetgrazie alla quale la Russia potrebbe decidere di isolarsi dall’internet mondiale a “scopo difensivo. Una volta effettuata la manovra di scollegamento, i dati dei cittadini russi rimarrebbero a portata di mano delle istituzioni domestiche.

Le due società ora dovranno decidere se pagare la multa – che naturalmente non ha un impatto economico proibitivo per due colossi di questo tipo – e installare sul suolo russo dei server dedicati ai dati dei cittadini russi, oppure sfidare Mosca e rischiare di venire bloccati su tutto il territorio, esattamente come accadde a LinkedIn nel 2016.