Conte pronto a dare benservito a Italia Viva, mentre Renzi sogna governo guidato da Draghi
by Laura Naka AntonelliBenservito a Italia Viva di Matteo Renzi o un mega rimpasto, con Conte fuori dai giochi e l’ex presidente della Bce Mario Draghi al suo posto? Nel bel mezzo della crisi tra il premier Giuseppe Conte e Italia Viva, esplosa sul nodo della prescrizione, il quotidiano La Repubblica parla di un piano di Conte “ardito, funambolico, in cinque mosse”. Ma anche di un piano di Renzi di cui fanno parte tre scenari possibili. “Il primo prevede quello che lui (Matteo Renzi) definisce un «premier rinsavito» che accetta un nuovo avanzamento sulla prescrizione, un accordo che tenga dentro anche Italia Viva. Ma la decisione di mettere il lodo Conte nel ddl sul processo penale presa ieri dal Consiglio dei ministri dimostra come ormai le cose siano andate troppo oltre perché una ricomposizione di questo tipo sia possibile. E fa dire all’ex premier che, a questo punto, la mozione di sfiducia che i suoi avevano in mente di presentare il 12 aprile, a condizioni invariate, sarà anticipata a metà marzo”.
“Il secondo scenario vede, davanti alla crisi economica, alla produzione industriale che scende, al rischio della recessione, il formarsi di un nuovo governo con alla guida Roberto Gualtieri. Ipotesi complicata, perché il Pd – che in questo momento rema ostinatamente nella stessa direzione di Conte dovrebbe spodestarlo per rimanere insieme a Italia Viva e portarsi dietro anche tutti i 5 stelle. La terza ipotesi è quella che Renzi definisce del caos: con Mario Draghi chiamato a fare il premier di un esecutivo di stampo istituzionale che tenga dentro anche il centrodestra (ancora ieri, davanti alla stampa estera, il leghista Giancarlo Giorgetti lodava l’ex presidente della Bce per quello che ha fatto da Francoforte per evitare una crisi sistemica anche in Italia).
Sempre la Repubblica parla di un piano di Giuseppe Conte già pronto con cui il premier punterebbe a sbarazzarsi di Matteo Renzi e della sua Italia Viva.
Le mosse sarebbero le seguenti:
“il premier intende presentarsi alle Camere, verificare la fiducia al governo dopo la defezione dei ministri renziani, sfidare Matteo Renzi a decidere ‘una volta per tutte da che parte stare’, incassare il sostegno ‘gratuito’ di una pattuglia di senatori moderati e accoglierli in maggioranza per sostituire Italia Viva. Un azzardo, ma senza passare dalle dimissioni del capo dell
Conte post CdM: Mi dispiace per Italia Viva
Interpellato in sala stampa alla fine del Consiglio dei ministri, che ha visto grande assente Italia Viva, il premier Conte ha detto che, nel caso in cui il rischio di elezioni anticipate si concretizzasse, lui non avrebbe “nessuna paura” del voto.
C’è da dire che, nelle ultime ore, non c’è stata a dispetto delle tensioni intestine al goverrno, alcuna tensione sul mercato dei BTP. Tutt’altro. La vigilia ha visto protagonista il grande rally della carta italiana, con i tassi dei BTP decennali scesi allo 0,90%. Nuove dichiarazioni pro-BTP sono arrivate stavolta da Peter McCallum, strategist dei tassi presso Mizuho: “Siamo molto bullish sui BTP spread, perchè la Bce manterrà accomodante la politica monetaria, e gli investitori avranno bisogno di asset in cui investire, soprattutto di quelli che presentano rendimenti positivi”.
Tornando al discorso di Giuseppe Conte post CdM; il presidente del Consiglio si è così espresso:
“Io non ho nessuna arroganza ma neppure nessuna paura. Ho sempre garantito agli italiani che fino all’ultimo lavoreremo con la massima dedizione e concentrazione per il bene del Paese”. Sull’assenza di Italia Viva nel cdm che ha approvato la prescrizione e la riforma del processo penale, Giuseppe Conte ha precisato di non aver “mai chiuso le porte a nessuno. Per i compagni di viaggio la porta è sempre aperta”. Con gli opportuni ‘se e ma’. “Però Italia Viva deve chiarezza in questo momento al sottoscritto e agli altri compagni di viaggi se si sente in condizioni di offrire un contributo, dopodiché valuteremo”.
E ancora: “Mi dispiace per Italia Viva. Per una forza politica è sempre una sconfitta decidere deliberatamente di non sedersi a un tavolo”. Il punto è che, “se un giocatore si ferma, se inizia a pensare a sé, o addirittura a fare dei falli noi la partita non la possiamo vincere”. E la stoccata al leader di Italia Viva continua: “Chi può capire meglio di un ex premier, sempre sensibile alla stabilità, che ha lamentato in passato il fuoco amico e la dittatura della minoranza, chi più di lui deve dimostrare oggi questa sensibilità alle sfide che ci attendono?”.
Per non parlare poi di quanto conta davvero Matteo Renzi in termini di sostegno elettorale. Nel corso della conferenza stampa post Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte si è riferito infatti più volte a quel sostegno pari ad appena – a suo avviso – del 3% che Italia Viva avrebbe in Italia.
Detto questo, è stato sempre Conte ad affermare che “Italia Viva per me ha pari dignità. Se andiamo a guardare le misure che ha fatto passare, queste sono ben superiori a quel 3% e altre forze più consistenti non si sono lamentate”.
Intanto, a essere sul punto di perdere la pazienza con l’ex premier e l’ex collega è il segretario del PD Nicola Zingaretti che, stando sempre a quanto riporta La Repubblica, ha detto di essere convinto che Renzi non creda più nell’attuale coalizione: “Vuole solo logorare tutto, è un gioco scoperto”.
Nel presentare il punto di vista di Zingaretti, il quotidiano La Repubblica ha titolato: “L’ira di Zingaretti sull’ex segretario Pd: “Vuole fare come con Letta, lo fermeremo“.
“Lo scontro sulla prescrizione – si legge nell’articolo – mette a rischio il governo. Ieri i renziani hanno disertato il Consiglio dei ministri sulla giustizia. Renzi ha detto di essere ‘pronto anche al voto’ e di volere la sfiducia per Bonafede. Conte si è consultato con il Quirinale e studia di sostituire Italia Viva con una pattuglia di responsabili: ‘Non accetto ricatti'”.
L’alta tensione nella maggioranza viene messa in risalto oggi anche dal Giornale: “Governo alla frutta capolinea Conte”, Renzi diserta il Cdm ed esplode la crisi.Il premier attacca: ‘Fa opposizione maleducata’. E telefona a Mattarella per cercare un’altra maggioranza. E il paese affonda: crescita peggiore in Europa”. Il riferimento è, ovviamente, alle ennesime revisioni al ribasso sul Pil italiano che hanno avuto come mittente, stavolta, dopo la bocciatura che era arrivata alla vigilia anche da una importante agenzia di rating, la Commissione europea.