Lapidi divelte e ossa tra i viali: un viaggio nel degrado del cimitero di Poggioreale
Lungo il perimetro c’è una parete completamente franata, con tombe penzolanti nell’aria. Questa parte è stata completamente transennata e ai parenti dei defunti è impedito anche di deporre un fiore sulle lapidi
by Ignazio RiccioAll’ingresso è un via vai di persone, bloccate nella loro corsa frenetica da venditori di fiori e ambulanti in cerca di affari. Il movimento è continuo, ma si svolge nell’assoluto silenzio, d’altronde siamo all’esterno di un cimitero, il più grande di Napoli, uno dei maggiori d’Europa e il rigore è d’obbligo. A Poggioreale, a due passi dall’aeroporto di Capodichino, nella zona di Santa Maria del Pianto, procedono i lavori sotterranei della metropolitana Linea 1. Gli operai scavano ininterrottamente da mesi sotto il muro perimetrale del cimitero e a quanto pare proprio queste operazioni avrebbero provocato il crollo di alcune nicchie, con la fuoriuscita delle ossa dalle tombe.
L’incidente si è verificato lo scorso 3 febbraio, provocando la reazione sdegnata e preoccupata dei cittadini. A distanza di dieci giorni varchiamo la soglia del cimitero alla ricerca del “fondo Desiderio”, l’area in cui le tombe di marmo si sono spaccate in più parti, lasciando i loculi scoperti all’intemperie, con le ossa dei defunti ben visibili. Dopo aver attraversato vicoli stretti, con cappelle gentilizie e loculi degradati, incrociamo un operatore comunale, che ci indica la strada giusta.
“Qui ci sono tombe che hanno anche duecento anni – dice – e nessuno viene mai a trovare i propri cari. Non so neppure se gli eredi siano ancora a Napoli. Il cimitero è vecchio e le lentezze burocratiche fanno il resto. Ogni tanto crolla qualche muro, le tombe crepano e le ossa dei poveri defunti finiscono per terra. Ci rassicurano parlando di interventi tempestivi, ma a volte le spoglie rimangono scoperte per mesi. Qualcuno di noi, per un senso di pietà, le copre con dei lenzuoli”.
Effettivamente, giunti sul posto ci rendiamo conto che dallo scorso 3 febbraio nulla è cambiato. Le ossa sono raccolte in maniera sparsa in una nicchia e le lapidi sono sul selciato spaccate in mille pezzi. Lungo il perimetro c’è una parete completamente franata, con tombe penzolanti nell’aria. Questa parte è stata completamente transennata e ai parenti dei defunti è impedito anche di deporre un fiore sulle lapidi.
“Lo spettacolo è indecoroso – afferma una donna in visita al marito – mi auguro che il Comune possa intervenire tempestivamente per sistemare le nicchie. Non è la prima volta che a Poggioreale si verificano episodi del genere”. L’anno scorso, il sindacato di categoria denunciò un caso molto grave: i resti dei defunti venivano lasciati marcire in alcuni depositi del cimitero. In una cassetta in legno era possibile vedere ad occhio nudo il fondo marcio e inumidito. In quel contenitore c’erano resti umani e materiale biologico. Le spoglie conservate erano decine, stipate alla meglio nel deposito del cimitero di Poggioreale, contro ogni norma che regolamenta il settore e creando anche un ambiente infestato da miasmi nauseabondi.
Il cimitero di Totò e Caruso abbandonato nel degrado
Secondo i sindacalisti, il Comune di Napoli non rispetta alcuna regola sulla giusta, igienica e dignitosa conservazione delle spoglie mortali. Le casse piccole sono destinate ai feti e agli arti amputati. Ed è follia che non si rispetti quanto giustamente impone la legge. La normativa vigente prevede che “i resti mortali siano conservati in casse sigillate con delle targhe che identifichino nome e cognome e non con delle banali scritte a pennarello”. Già qualche tempo prima, comunque, i cittadini si erano lamentati perché molti loculi erano stati scoperchiati dal maltempo e sistemati alla meglio dagli stessi visitatori, in mancanza di interventi celeri e concreti da parte del Comune di Napoli.
Il cimitero di Poggioreale è il principale cimitero della città di Napoli e tra i maggiori nel territorio europeo. Si estende nel quadrilatero delimitato (in senso antiorario) a nord-ovest da largo Santa Maria del Pianto (l'antica piazza Doganella) e via del Riposo, a est da via Santa Maria del Pianto (un tratto interno della quale costeggia due camposanti) e a sud da via nuova Poggioreale, ma vista l'abbondanza di cimiteri attigui a quello di Poggioreale, tale definizione è stata allargata all'intera zona, creando una vera e propria conurbazione cimiteriale.
Indubbiamente il complesso più noto dell'intera area è il cimitero monumentale, di grande valore storico e culturale per la preziosità delle sue tombe e delle sue statue, nonché per il gran numero di cappelle e chiese contenute al suo interno e per il quadrato degli uomini illustri. Qui riposano, a due passi dal degrado e dall’incuria, il principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, il commediografo Eduardo Scarpetta, il tenore Enrico Caruso, l’attore Nino Taranto e altri artisti napoletani.
Le immagini delle lapidi divelte e delle nicchie crollate al cimitero di Poggioreale