Prescrizione, renzi minaccia la rottura e il cambio di premier, magari con un esponente pd o draghi
SCACCO MATTEO – SULLA PRESCRIZIONE CONTE E RENZI STANNO PER STRAPPARE, CON MATTEUCCIO CHE SA BENE CHE ANCHE SE LA POCHETTE CON LE UNGHIE CADE NON SI ANDRÀ A VOTARE E GIOCA A LOGORARLO – LE SUE IPOTESI PER IL NUOVO PREMIER: O “UN ESPONENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO” (NON ZINGARETTI O FRANCESCHINI, MA GUALTIERI), OPPURE UNA FIGURA ISTITUZIONALE COME MARIONE DRAGHI – E SE INVECE FOSSE "GIUSEPPI" A DARGLI IL BENSERVITO?
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
«Mi sa che Conte non riesce ad avere i nervi saldi, mi toccherà spiegargli due tre cosette in modo civile ma fermo. Tra l' altro uscendo in quel modo contro di noi ha anche oscurato la conferenza stampa del povero Zingaretti»: Matteo Renzi commenta così con i fedelissimi la reazione del presidente del Consiglio alle prese di posizione di Italia viva sulla prescrizione.
Il leader di Iv aveva già deciso l' altro ieri che la delegazione del suo partito avrebbe disertato il Consiglio dei ministri. «Non è un atto di guerra - aveva spiegato ai fedelissimi - ma è inutile andare lì se siamo contrari a quello che stanno facendo. Del resto io ho dato la mia fiducia al Conte 2, non al Conte 1 che è il governo che ha prodotto quell' obbrobrio della riforma Bonafede sulla prescrizione».
All' indomani della decisione di disertare il Consiglio dei ministri, lo scenario appare sempre più incerto. E un filo di preoccupazione serpeggia anche tra i parlamentari di Iv. Ma Renzi non sembra condividere questi timori. E con i suoi ragiona così: «Ragazzi, il problema è semplice, alle elezioni non ci si va, quindi le strade sono tre.
O il "genio della lampada" rinsavisce e capisce che deve parlare con me, non perché io muoia dalla voglia di parlare con lui, ma perché è bene che accetti qualche consiglio se vuole governare e non vivacchiare come sta facendo adesso. Oppure si apre una crisi e si fa un governo con un altro. Del resto mi sembra che ormai Conte si sia appannato ancora di più. Questa battaglia sulla giustizia non gli ha fatto bene e parrebbe che anche l' establishment italiano non lo sostenga più come un tempo».
Dunque, un cambio di premier in corsa. È la strada numero due quella che sta indicando il leader d' Italia viva. E qualcuno tra i fedelissimi gli chiede chi potrebbe mai subentrare a Conte in un governo che sia retto sempre da questa maggioranza. «Magari - riflette ad alta voce l' ex premier - un esponente del Partito democratico...». Il pensiero di alcuni tra gli astanti va a Dario Franceschini. Ma l' ex premier aggiunge: «Però non Zingaretti e nemmeno Dario. Quei due con il loro atteggiamento di questi giorni si sono giocati il nostro appoggio. Potrebbe essere Roberto Gualtieri. Lui è il ministro dell' Economia, è bravo ed equilibrato».
C' è poi la terza strada. A Renzi non sembra molto praticabile, ma a suo avviso è pur sempre sul tappeto: «È quella - spiega ai suoi - di un governo istituzionale presieduto da una persona del calibro di Mario Draghi». Un governo istituzionale in cui potrebbe entrare anche la Lega per non restare troppo tempo fuori dai giochi.
Insomma, Renzi fa mostra di non turbarsi, anche se Conte ha reagito ufficialmente, e «non con le solite veline ai giornali che affida a Casalino». Ma nonostante l' ex premier si mostri sicuro c' è anche una quarta strada. Potrebbe essere Conte a dare il benservito a Iv e non viceversa. «E allora? Dov' è il problema - ragiona Renzi con i suoi - che ci interessa di stare al governo con questi? Se Conte ha il coraggio apra pure la crisi lui. Così non voteremo più le loro cialtronate. Se pensano di gestire la crisi economica con i responsabili, affari loro. Se invece rinsaviscono si va avanti. Ma non per tirare a campare. La prova del fuoco sarà sull' economia e il reddito di cittadinanza».