Che succede nel governo
I ministri di Italia Viva non hanno partecipato alla riunione che ha deciso modifiche alla riforma della prescrizione e i suoi dirigenti minacciano di far cadere il governo
Giovedì sera, le due ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, non hanno partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri in cui si è deciso di inserire una serie di modifiche alla prescrizione nel nuovo disegno di legge delega sulla riforma del processo penale, un gesto che secondo molti potrebbe preludere a un’uscita del partito di Matteo Renzi dalla maggioranza e quindi la possibile caduta del secondo governo Conte.
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Al centro dello scontro ci sono le modifiche alla cosiddetta riforma Bonafede, una legge approvata alla fine del 2018 che stabilisce la sospensione della prescrizione a partire da quando viene emessa la sentenza di primo grado. La riforma Bonafede, entrata in vigore lo scorso primo gennaio, è molto contestata e all’interno della maggioranza il Partito Democratico ha condotto lunghe trattative per provare a modificarla.
Alla fine, PD, Movimento 5 Stelle e LeU hanno raggiunto l’accordo su un testo di modifiche alla riforma che è stato votato ieri dal Consiglio dei ministri. In base a queste modifiche, la prescrizione sarà sospesa dopo la sentenza di primo grado, ma solo in caso di condanna. In caso di assoluzione in appello, dopo una condanna in primo grado, la prescrizione riprenderà a correre recuperando anche il periodo di sospensione. La prescrizione continuerà a correre regolarmente in caso di assoluzione in primo grado.
Italia Viva è contraria sia alla riforma Bonafede che alle modifiche in discussione e, nelle ultime settimane, lo scontro tra i suoi dirigenti e il resto della maggioranza si è fatto sempre più forte, con i parlamentari di Italia Viva che spesso hanno votato contro la maggioranza in Parlamento e nelle commissioni, minacciando di sfiduciare il ministro della Giustizia Bonafede o addirittura di far cadere il governo se la legge non fosse stata bloccata.
Ieri sera, in un gesto di sfida al resto del governo, le ministre di Italia Viva non hanno partecipato al Consiglio dei ministri e il leader del partito, Matteo Renzi, ha duramente attaccato il governo sulla prescrizione e sui cattivi risultati economici durante una diretta Facebook. Il presidente del Consiglio Conte ha fatto sapere di aver preso molto seriamente la decisione di Italia Viva e di essersi consultato al telefono con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla possibilità che l’attuale scontro si trasformi in una vera crisi di governo.
In una conferenza stampa nel pomeriggio di ieri anche il segretario del PD Nicola Zingaretti aveva confermato la linea del compromesso raggiunto con il Movimento 5 Stelle e respinto le minacce di Italia Viva.
Le modifiche alla prescrizione sono state introdotte dal Consiglio dei ministri tramite un disegno di legge delega che ora dovrà essere votato dal Parlamento. La crisi, però, potrebbe arrivare a una svolta prima dell’inizio della discussione parlamentare vera a propria. Già nei prossimi giorni i principali leader, in particolare Renzi, dovranno decidere cosa fare e, in particolare, se mantenere fede alle loro minacce e ritirare i propri parlamentari dalla maggioranza.
Con i suoi 17 senatori Italia Viva ha potenzialmente i numeri sufficienti per privare il governo di una maggioranza al Senato, ma la maggior parte degli osservatori è scettica sulla possibilità che questo scontro porti alla rottura dell’attuale maggioranza. Nessuno esclude che la situazione possa sfuggire al controllo dei suoi protagonisti, ma in molti ricordano che i gruppi parlamentari dei principali protagonisti dello scontro, il Movimento 5 Stelle e Italia Viva, sarebbero con ogni probabilità fortemente ridimensionati se si arrivasse ad elezioni anticipate.
Anche per questo sui giornali di oggi circolano numerose ipotesi di maggioranze alternative nel caso Italia Viva dovesse mettere in atto le sue minacce. Dal lato del governo, si ipotizzano cospicue defezioni dal gruppo di Italia Viva, fino a metà dei suoi senatori, e l’arruolamento nella maggioranza di alcuni senatori centristi. Secondo la giornalista Maria Teresa Meli, considerata da tempo una delle principali confidenti di Matteo Renzi, l’ex presidente del Consiglio punterebbe invece a usare l’attuale crisi per far cadere Conte e sostituirlo con un esponente del PD, come il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.