La villa confiscata ai Casamonica è ora uno spazio per ragazzi autistici: la bellezza dopo l’odio
Dalla residenza confiscata al clan dei Casamonica è nata la Villa dell’ANGSA Lazio, uno spazio multifunzionale per persone e famiglie con autismo, che dal 15 febbraio, al civico 16 di via Roccabernarda, restituirà la bellezza del sociale a un territorio martoriato dalla criminalità organizzata.
by Iacopo MelioCi sono speranze che spuntano come margherite in mezzo alle crepe dell’asfalto. Come dal letame può nascere bellezza: rigogliosa, profumata e resistente. E in quella bellezza vorrei rotolarmici, se potessi, per assaporare ogni centimetro di strada riconquistata dalla distruzione. Strada difficile, come le capriole quando ti muovi sgangherato, che vengono storte eppure doppia è la soddisfazione.
Così è la storia della Villa dell’ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), alla Romanina, periferia sud della Capitale. Dal dolore e dall'odio che la residenza confiscata ai Casamonica ha provocato negli anni, ne è nata una casa fatta di inclusione e bellezza, dove l’autismo – e non solo – conquistano un pezzo di normalità. Dal 15 febbraio, infatti, al civico 16 di via Roccabernarda, vicino al "Parco della legalità", prenderà ufficialmente vita questa perla sociale.
All’inizio del 2019 decine di associati si sono improvvisati muratori, elettricisti, idraulici, imbianchini, sotto il controllo della ditta che ha seguito i lavori di consolidamento. Mani che si sono sporcate di umana speranza, mettendo a disposizione ogni domenica sudore e tempo sottratto ai pranzi in famiglia a casa dei genitori, scampagnate con gli amici ai giardini fuori città, amori in auto davanti al tramonto. Tra loro anche i ragazzi di Libera e del progetto “Daje”.
Mestiere che ormai viene facile quello di reinventarsi ogni giorno. Lo sanno bene i genitori di ragazzi nello spettro dell'autismo. Stefania Stellino, presidente dell'associazione e mamma di Daniel e Nicole, ha definito quest'avventura “un sogno che si sta per concretizzare, curato nei minimi particolari per realizzare uno spazio condivisibile per tutti i cittadini, partendo dalle esigenze delle persone nello spettro, non trascurando la disabilità motoria”.
Il progetto, reso possibile grazie alla vittoria di un bando regionale, si chiama “1 casa 100 progetti per l’autismo: spazio multifunzionale per persone e famiglie con autismo”. Un miracolo laico, dal sapore dolce, in una città che spesso si dimentica amaramente delle diversità altrui. Bontà restituita a un territorio martoriato dalla criminalità: un filo rosso che lega genitori e associazioni giovanili, studenti, comitato di quartiere, scout. E in tutto questo, la presenza delle Istituzioni è una dose di speranza da abbracciare a fondo, di quelli col naso addosso che inspiri forte. E forse, la speranza, ha quel profumo lì.