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Afghanistan, uccidono il suo husky mentre lo porta a passeggio: “Una donna non può avere un cane”

Shaba è nota ad Herat per il suo atteggiamento di sfida verso le convenzioni religiose: è un’atleta ed è la prima proprietaria di un circolo sportivo nel Paese. Venerdì scorso era con la sua famiglia quando Aseman, il suo Husky, è stata barbaramente ammazzato in strada. “Abituata alle minacce, ma ora voglio andarmene”.

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“Qui una donna non può avere un cane”. Sahba Barakzai piange così il suo Aseman. Un cane husky ucciso la settimana scorsa appena fuori Herat, Afghanistan occidentale. Venerdì la ragazza era in giro con la sua famiglia a portare a passeggio il cucciolo, un gesto che per noi può risultare banale e quotidiano. Ma non in Afghanistan, appunto. Un gruppo di persone è spuntato dagli alberi ha sparato contro il cane. Sahba ha implorato loro di risparmiarlo, ma invece sono stati esplosi altri quattro colpi. Una foto pubblicata dalla BBC ritrae la giovane con il suo Aseman senza vita tra le braccia. Il commando le ha intimato di lasciarlo dov’era. “Una donna non può avere un cane”, le hanno detto. Così alla donna non è restato che allontanarsi.

Chi è Sahba

Sahba Barakzai è una donna abbastanza nota ad Herat per aver sfidato le convenzioni di un Paese nel quale, per le persone del suo stesso stesso, semplicemente non c’è spazio né libertà. La giovane insegnava sport alle ragazze, in particolare arti marziali e bicicletta. Qualcuno ha visto così nella barbarie compiuta venerdì scorso una sorta di punizione per il suo coraggio. “Ancora non sappiamo cosa abbia spinto quegli uomini a sparare. Ma crediamo che abbia a che fare con il lavoro di Sahba – dice ancora a Bbc la sorella Setayesh. Era la prima donna proprietaria di un club sportivo”.

Ora vuole andarsene dall'Afghanistan

Dopo l’episodio, Sahba ha deciso di non rivolgersi alla polizia: “Sapevo che non sarebbe servito a niente. n un Paese dove le persone ammazzate non fanno notizia, figuriamoci se aveva senso denunciare alla polizia la morte del mio Aseman. Che ne avrei ricavato?” ha detto amara Sahba. Ora la giovane e la sua famiglia vivono nel terrore e stanno addirittura pensando di lasciare il Paese. Solo perché Sahba ha tentato di far alzare il piede dal freno al lento processo di emancipazione femminile dell’Afghanistan.