Patrick Zaky è stato trasferito, domani l’udienza sul suo caso ma la tensione resta altissima

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Lo studente Patrick Zaky bloccato in Egitto è stato spostato in un’altra stazione di polizia. Domani l’udienza per decidere sulla sua scarcerazione

Forse si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel per Patrick Zaky, lo studente attivista di origini egiziane residente a Bologna da giorni arrestato in Egitto. Il tribunale di Mansoura ha fissato a domani l’udienza nella quale verrà riesaminato il suo caso. Si deciderà in merito al provvedimento di custodia cautelare emesso nei suoi confronti sabato scorso.

Zaky trasferito, ha potuto vedere la famiglia per pochissimo

In attesa dell’udienza Zaky è stato spostato a Talkha, poco fuori Mansoura dove era in stato di fermo fino ad oggi. La famiglia e i legali della ong Eipr ieri pomeriggio sono riusciti a visitarlo per meno di un minuto. Zaky “non è stato maltrattato o preso di mira in alcun modo nel suo nuovo luogo di detenzione”, pur non essendo in condizioni favorevoli. Una buona notizia sì, ma non sufficiente a tirare un sospiro di sollievo. “Sono giorni cruciali e i riflettori devono essere tenuti accesi”. A riportare questi aggiornamenti è stata l’Eipr (con cui Zaky ha collaborato dal 2017 al 2019).

Cosa accadrà dopo l’udienza

I legali dello studente hanno richiesto il ricorso contro la detenzione di 15 giorni fissata lo scorso 8 febbraio. Ricorso che, se accolto, implicherebbe automaticamente la libertà di Zaky. Qualora invece il ricorso dovesse venire rigettato l’udienza rimarrà fissata per il 22 febbraio, giorno nel quale i giudici stabiliranno se prorogare o meno la custodia cautelare attualmente fissata a 15 giorni. Riccardo Noury, portavoce Amnesty International in Italia, ha spiegato che: “Questa data intermedia ci conferma che sono giorni decisivi in cui l’Italia può fare la differenza“- e ha aggiunto “Bene il richiamo del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, bene le parole del sindaco di Bologna Virginio Merola che ha dichiarato Patrick ‘cittadino bolognese”

Ma la tensione è ancora altissima, potrebbe accadere di tutto

La tensione però resta altissima, e l’Italia non può permettersi di abbassare la guardia per poter scongiurare in ogni modo una nuova strage come quella di Giulio Regeni. Il rischio adesso è che l’attivista potrebbe essere incarcerato nuovamente con differenti capi di accusa. L’amico dello studente Amr Abdelwahab, che ha dichiarato di essere stato anche lui rapito e torturato in Egitto invita alla prudenza: “È una buona notizia, perché non è comune fissare qualcosa prima dell’udienza canonica per il prolungamento della custodia cautelare. Speriamo che non sia una trappola per far pensare all’opinione pubblica che abbiamo vinto in modo che cali l’attenzione. L’hanno anche trasferito in una prigione di qualità inferiore, per così dire, dove ora è circondato da criminali, mentre prima era circondato solo da detenuti politici“.

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