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Stefano Venier e Tomaso Tommasi (Hera) 

la Repubblica

Energia, duello nel nord-est: A2a sfida Hera su Ascopiave

Le due utility acquistano a poche ore di distanza pacchetti azionari della società veneta: è il prologo della battaglia per il controllo del mercato nel nord-est, dove gli emiliani sono già presenti a Padova e Trieste, mentre i lombardi sono in trattativa per una alleanza con Vicenza e Verona

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ROMA - Non è che un debutto. Covava sotto la cenere, ma la battaglia per il controllo del ricco mercato "energetico" del Nord-est è venuta allo scoperto. Un incrocio di concorrenza industriale e guerra finanziaria, che vede protagoniste tre delle più importanti utility italiane quotate in Borsa. Nelle ultime ore, sia Hera (società controllata da un gruppo di comuni dell'Emilia-Romagna, tra cui Bologna, Modena, Ravenna e Ferrara) sia A2a (controllata dai comuni di Milano e Brescia ma che si è alleata con tutti le aziende dei capoluoghi di provincia in Lombardia) hanno acquistato azioni di Ascopiave.

Le azioni sono state messe in vendita da un socio di minoranza, il fondo attivista Amber, titolare di una quota pari al 5,2 per cento del capitale. Giovedì, a Borsa chiusa, Hera ha rilevato il 2,5 per cento a un prezzo dichiarato pari a 3,98 euro per azione. Questa mattina è arrivata la risposta di A2a: ha rilevato fino al 4,16% del capitale, sempre comprando da Amber.

Perché questa doppia mossa e perché proprio su Ascopiave? Partiamo da quest'ultima: Ascopiave è una utility controllata da un patto di sindacato di una cinquantina di comuni per lo più delle province di Treviso e Vicenza con il 51% del capitale, con il comune di Rovigo al 5%. "Il gruppo - come si legge nel sito - detiene concessioni e affidamenti diretti per la gestione dell’attività in 268 Comuni, fornendo il servizio a circa 775.000 utenti attraverso una rete di oltre 12.000 chilometri".
 
Sulla carta, il gruppo non è contendibile, visto il patto di sindacato che blinda ben oltre la metà delle azioni, e la relativa liquidità (sul mercato ci sono solo il 33,3 per cento delle quote). Inoltre, Ascopiave sembra già schierato: è già partner di Hera nella commercializzazione del gas e dell’energia elettrica, con una quota di partecipazione del 48% nella società EstEnergy, che ha un portafoglio di oltre 1 milione di contratti di vendita ai consumatori finali, principalmente nelle regioni Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Lombardia. Una joint venture nata all'indomani della gara indetta proprio da Ascopiave - cui hanno partecipato tutte le principali utility - che ha messo in palio un milione di clienti tra luce e gas con un giro d'affari di 850 milioni. Hera ha vinto offrendo ai soci di Ascopiave una serie di asset nella distruibuzione: 188.000 contatori, grazie ai quali Ascopiave è diventato il primo operatore nel Nord-est con 775 mila contatori gestiti.

La mossa di A2a non sembrerebbe avere senso industriale. E nemmeno finanziario. Se non che, l'utility guidata da Giovanni Valotti (presidente) e Valerio Camerano (ad) ha deciso che dopo aver preso il controllo di tutte le aziende locali della Lombardia è venuto il momento di andare alla conquista del ricco mercato del nord est. Delle famiglie ma anche del ricco comparto di Pmi. Ha avviato una trattativa per dare vita a una possibile joint venture con le aziende locali dei comuni di Verona (Agsm) e Vicenza (Aim): sarebbe una testa di ponte importante per ribilanciare il peso di Hera, in questo momento superiore. L'azienda guidata da Tomaso Tommasi (presidente) e Stefano Venier (ad), negli ultimi anni ha preso il controllo di Acegas-Aps, l'azienda dei comuni di Trieste e Padova.

Come si può capire dal quadro appena descritto, Hera e A2a si contenderanno il mercato di veneto e Fruili-Venezia Giulia nei prossimi anni, aprofittando anche dal fatto che non c'è una azienda leader nel territorio. A parte Ascopiave, che non a casa è diventata direttamente terreno di scontro. Rimane da capire che intenzioni abbia A2a: sicuramente provare a entrare in cda visto che lo Statuto dice che la seconda lista che prende più votoi in assemblea ha diritto a un posto. A meno che sia un ingresso - oltre che per dimostrare la serietà delle sue intenzioni nel mercato del Nord-est - anche tattico, in attesa che qualche comune rompa il fronte del patto e decida di cedere le sue azioni. O per utilizzare le azioni per qualcosa d'altro.

Hera ha spiegato che la propria entrata nel capitale di Ascopiave, condivista con i soci di controllo dell'utility veneta,  "costituisce un rafforzamento della partnership avviata con l'operazione conclusa lo scorso dicembre e verrà seguita da una operazione simile da parte di Ascopiave". In pratica, con l'ingresso nel capitale di Hera. A2a ha replicato dichiarando che "l'operazione si inquadra nell'ambito della più ampia strategia di presenza in Veneto e di dialogo con il territorio", ma di sicuro non è stata concordata.

Mentre è certo dalla doppia operazione ci hanno guadagnato i soci di Ascopiave: scommettendo sullo scontro tra le due utility, il mercato ha comprato titoli facendo salire le quotazioni del'8,8 per cento.