Psicosi Coronavirus, i ristoranti di sushi reagiscono: “Pesce italiano, state tranquilli”. VIDEO

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La Regione ha avviato le verifiche dopo il passaggio a Parma dei due turisti cinesi positivi al virus. L’Ausl ha attivato tutte le misure precauzionali ed è pronta a intervenire. Intanto, nelle farmacie sono esaurite le maschere

REGGIO EMILIA – In Emilia Romagna non vi sono casi di Coronavirus. Lo ha ribadito la Regione che, in collaborazione con le aziende sanitarie locali, sta coordinando le attività di monitoraggio della situazione e di tutela dei cittadini.

Tra queste, ci sono soprattutto le verifiche, come previsto dai protocolli sanitari, conseguenti al passaggio a Parma dei due turisti cinesi ai quali è stata riscontrata l’infezione virale. Marito e moglie, provenienti proprio dalla zona di Whuan da dove il contagio è partito, sono ricoverati all’istituto malattie infettive “Spallanzani” di Roma, in condizioni discrete.

Le autorità sanitarie stanno ricostruendo i contatti e al momento sotto osservazione ci sono 32 persone. In Emilia Romagna, la Regione ribadisce che le misure messe finora in campo sono di carattere precauzionale, ma la preoccupazione cresce. Nelle farmacie, ad esempio, sono esaurite le mascherine protettive: “Siamo sprovvisti di ogni tipo di mascherina – ha detto Daria Pizzarelli della farmacia di Fogliano –  non sappiamo quando ce le riforniranno, non sappiamo come soddisfare le esigenze dei nostri clienti che ci chiedono le mascherine per usarle sia a casa sia per viaggiare”.

Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria nazionale per sei mesi, una misura che dà al governo maggiori poteri per intervenire immediatamente sul problema. I voli da e per la Cina sono stati soppressi. Le ricadute locali non mancano: l’università di Parma ha comunicato che è sospesa la mobilità degli studenti e dei dipendenti verso le istituzioni con sede in Cina fino alla cancellazione dello stato di emergenza. Aumenta anche la diffidenza nei confronti dei ristoranti di cucina asiatica. I gestori dello Shibuya di Rubiera hanno pubblicato un post su Facebook che dice “la gestione è italiana, la materia prima è italiana, da noi non c’è nessun rischio”. La Regione ricorda di aver attivato il centro di riferimento per le emergenze microbiologiche al Sant’Orsola e il collegamento con il numero verde nazionale 1500.