Coronavirus, gli italiani a Wuhan tornano il 3 febbraio su volo militare: “Nessun contagiato tra loro”

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Coronavirus, gli italiani a Wuhan tornano il 3 febbraio su volo militare: “Nessun contagiato tra loro” (foto ANSA)

ROMA – Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che nella mattina di lunedì 3 febbraio atterrerà a Pratica di Mare, l’aeroporto militare alle porte di Roma, il volo militare con circa 70 degli 80 italiani che sono a Wuhan. Alcuni hanno scelto di restare per non allontanarsi dai familiari. Saranno portati in una struttura militare, probabilmente la Cecchignola, sempre nella Capitale, dove sarà avviato il protocollo sanitario. Tra loro, ha precisato Di Maio, ad ora non ci sono casi di contagio di coronavirus. Per gestire l’emergenza è prevista la creazione di una Unità Operativa speciale.

Oltre ai nostri connazionali che si trovano nella zona di Wuhan, “sono 11 mila gli italiani in Cina” precisa Di Maio, e di questi già 500 hanno chiesto assistenza per rientrare in Italia. 

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Sarà un KC-767A Tanker/Transport, l’aereo del 14esimo Stormo dell’Aeronautica militare con cui torneranno gli italiani. La partenza dall’Italia è prevista nella notte tra sabato e domenica, con rientro pianificato come detto nella giornata di lunedì 3 febbraio. Acquisite le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità cinesi, il KC-767A – fa sapere la Difesa – raggiungerà direttamente l’aeroporto di Wuhan con a bordo “personale medico e infermieri specializzati delle Forze armate, con adeguato equipaggiamento sanitario al seguito, coordinati da un Team dello ‘Spallanzani’ per garantire un trasporto sanitario sicuro”.

All’arrivo in Italia gli italiani seguiranno un protocollo definito dal ministero della Salute, per il quale il personale del 3° Stormo di Villafranca (Verona), sta predisponendo “idonee strutture logistiche necessarie alle operazioni di sbarco e al controllo sanitario dei passeggeri in totale sicurezza”. I connazionali saranno quindi trasferiti con mezzi della Difesa “presso una idonea struttura per la sorveglianza sanitaria di soli 15 giorni, a cura del Ministero della Salute”. La Difesa non precisa di quale struttura si tratti. (fonti ANSA – Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)