Un uovo al giorno non fa male al cuore e non incide sul colesterolo. I risultati di un grande studio canadese

by
https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2018/04/padella-uova-strapazzate-spatola-Fotolia_113275335_Subscription_Monthly_M.jpg

Un uovo al giorno non ha alcun effetto negativo sulla salute, neppure per coloro che hanno una storia di malattie cardiovascolari o metaboliche. Forse la controversia sui benefici o, viceversa, sui danni associati al consumo regolare di uova è arrivata a una conclusione affidabile, grazie a un’analisi condotta dai ricercatori canadesi del Population Health research institute (Phri) della McMaster University e di Hamilton health sciences. Gli scienziati hanno esaminato i dati di 177 mila persone raccolti nell’ambito di tre grandi studi precedenti, condotti in 50 paesi di sei continenti.

Le tre ricerche – si legge sull’American Journal of Clinical Nutrition –  avevano coinvolto 146.000 soggetti sani (in quella chiamata Prospective urban rural epidemiology o Pure) e oltre 31.500 persone con una patologia cardiovascolare (in due studi clinici* nati con lo scopo di verificare l’efficacia di terapie farmacologiche anticolesterolo). In tutti e tre erano presenti dati sulle abitudini alimentari, e per questo è stato possibile dimostrare che chi mangia un uovo al giorno o meno non ha alcuna conseguenza sui livelli del colesterolo ematico, sull’incidenza di gravi eventi cardiovascolari come gli infarti e sulla mortalità.

Da notare che l’analisi, a differenza di altre simili, è stata finanziata dal Population health research institute, dal Canadian institutes of health tesearch, da Heart and Stroke Foundation of Ontario e dallo European research council, cioè da agenzie e centri pubblici, e da alcune aziende farmaceutiche. Lo studio dovrebbe quindi essere meno a rischio di conflitti di interesse rispetto ad altri, finanziati in parte o interamente da aziende produttrici di uova.

Resta il fatto che si tratta di studi prospettici, nei quali si valuta la presenza di associazioni eventuali tra un certo fattore e una o più malattie, ma non si può mai dimostrare un nesso di causa-effetto. Ciò accadrebbe se lo studio fosse stato progettato per questo scopo, per esempio se i partecipanti fossero stati suddivisi in due gruppi, uno cui era permesso di mangiare uova e l’altro no. Tuttavia l’entità della popolazione esaminata e il fatto che provenisse da studi condotti dallo stesso gruppo di esperti e quindi con dati raccolti ed elaborati secondo un modello unico e affidabile, depone a favore della grande attendibilità dei risultati. Le uova sembrano insomma scagionate dalle accuse, e tornare finalmente a essere soprattutto fonti di preziosi nutrienti.

(*) ONTARGET, da Ongoing Telmisartan alone and in Combination with Ramipril Global End Point Trial, e TRASCEND, da Telmisartan Randomized Assesment Study in ACEI Intolerant Subjects with Cardiovascular Diseases.