LG e Samsung, addio agli LCD. Linee di produzione vendute ad aziende cinesi
Le vendite delle linee produttive dei pannelli LCD di LG e Samsung ad aziende cinesi sembrano anticipare il desiderio dei due giganti coreani di darsi anima e corpo a OLED e Quantum Dot. Il panorama dei pannelli TV si prepara a cambiare.
by Sergio DonatoLa notizia è di quelle che può spostare capitali ed è necessario prenderla con le pinze. Le vendite delle linee di produzione LCD di Samsung e LG ad aziende cinesi sembrerebbero indicare che i due colossi coreani abbiano intenzione di concentrarsi sulle “nuove” tecnologie: leggasi, Quantum Dot e OLED.
LCD che vanno dalla Corea alla Cina
Dalla Corea del Sud arrivano infatti indicazioni circa la vendita di apparecchiature per le linee LCD di generazione 8.1 di Samsung - appartenute al Campus Asan - a un produttore cinese di pannelli chiamato Efonlong, con sede a Shenzhen.
Le apparecchiature saranno spedite in Cina nel corso di febbraio e saranno installate da Efonlong entro agosto. Lo spazio liberato dalle linee LCD "tradizionali" sarà occupato da quello necessario alle linee per la produzione di pannelli Quantum Dot, che riguarderanno probabilmente i tagli dai 65” in su.
LG lo aveva detto: meno LCD, più OLED
Se la vendita di Samsung ha già i termini di consegna e installazione, LG sembra sia ancora in fase negoziale con un’azienda cinese non definita che sarebbe disposta ad acquistare una linea di produzione LCD P8 di LG.
Il desiderio di “liberarsi” degli LCD, LG lo aveva già sussurrato al CES 2020 di Las Vegas, quando aveva dichiarato che era sua intenzione terminare la produzione di TV LCD in Corea e concentrarsi sulla produzione in Cina, come risposta al calo dei prezzi dei pannelli LCD e all’eccesso di offerta globale.
L’intenzione di LG sarebbe quella di passare a una percentuala di vendita di TV OLED dal 30% del 2018 al 50% entro il 2021, e per farlo ha bisogno di iniziare ad accelerarne la produzione.
Non è escluso che il calo dell’offerta di pannelli LCD da parte di Samsung e LG non porti a una prima fase in cui i prezzi degli stessi potrebbero aumentare, per poi diminuire nel momento in cui la produzione cinese prendesse piede.