Coronavirus, Huawei rassicura: “Nessun caso nelle nostre sedi”
Il gruppo cinese spiega di aver messo "in atto un piano di emergenza che copre una serie di misure preventive e di controllo, tra cui l'istituzione di un team dedicato alla prevenzione e al controllo delle emergenze epidemiche"
Per quanto riguarda la recente diffusione del coronavirus rilevato per la prima volta a Wuhan, "Huawei sta seguendo le istruzioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dei governi locali, al fine di salvaguardare la salute e la sicurezza del nostro personale e delle comunità in cui operiamo". Lo afferma il gruppo in una nota, spiegando di aver messo "in atto un piano di emergenza che copre una serie di misure preventive e di controllo, tra cui l'istituzione di un team dedicato alla prevenzione e al controllo delle emergenze epidemiche". Huawei sottolinea che "nessun caso confermato o sospetto di coronavirus è stato trovato in nessuna delle nostre sedi (compresi i nostri uffici di rappresentanza, centri di ricerca e centri di servizi condivisi)" e "continueremo a monitorare gli eventuali casi di infezione su base giornaliera”.
La situazione in Italia è così riassunta dal presidente De Vecchis: “Noi non siamo una azienda cinese ma globale, organizzata anche all'interno come una vera multinazionale: in una situazione di emergenza come quella che sta accadendo nel paese d'origine noi mettiamo in campo tutte le misure e le raccomandazioni che arrivano da parte delle autorità e del mondo sanitario". Così il colosso di Shenzhen sta affrontando nel nostro Paese l'emergenza determinata dal coronavirus. "Le persone del gruppo che sono attualmente in Cina non stanno rientrando nelle sedi di appartenenza, inoltre inviamo costantemente aggiornamenti e indicazioni ai dipendenti, siamo perfettamente informati e informiamo tutti".
Ma il Mobile World Congress, la più grande fiera mondiale della tecnologia mobile, è alle porte, e la presenza cinese è ogni anno più importante. Oppo, con OnePlus e Realme, Xiaomi, tanti altri produttori dai nomi più o meno noti in Europa sono attesi a Barcellona dal 24 al 27 febbraio. E lì’allarme globale per il coronavirus sicuramente avrà un impatto sulla loro presenza.