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Imparare a parlare in pubblico

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C’è chi si esercita a parlare in pubblico, pretendendo di farsi ascoltare dal proprio cane. Può essere divertente, fino ad un certo punto. Il cane, di solito, sta attento e reagisce a parole chiave (del tipo  usciamo, giochiamo, prendi la palla, corriamo, andiamo a mangiare, e così via) ed è molto difficile catturarne l’attenzione per ascoltare la nostra tesi di laurea o il nostro intervento ad una conferenza.

Esilaranti le scene descritte da Mark Rowlands nel libro autobiografico “Il lupo e il filosofo” (saggi Mondadori, 2011), in cui un lupo, inseparabile compagno del giovane Mark, professore di filosofia all’università di Miami, ulula spazientito, tra le risate degli allievi, durante le sue lezioni all’università.

Scartato dunque il cane, o qualsiasi altro animale, perché dopo un po’ si annoia, in rete si trovano altri espedienti fai da te, parecchio fantasiosi, per esorcizzare la paura di parlare davanti agli altri, come immaginare il pubblico nudo o con il naso da clown.

«Sono misure che non servono a superare la paura e distraggono dal discorso - spiega Massimiliano Cavallo, uno dei maggiori esperti italiani di Public Speaking, autore del libro “Parlare in pubblico senza paura” (Anteprima Edizione, 2016) -. Anche quel consiglio piuttosto diffuso, secondo il quale bisogna ripetersi in mente un mantra, rischia di distrarci e peggiorare la situazione anziché aiutarci».

Saper presentare le proprie opinioni davanti ad una platea sconosciuta è fondamentale nel mondo del lavoro di oggi. Si stima che una persona su 4 abbia paura di parlare in pubblico (glossofobia). L’ansia da prestazione in pubblico può ostacolare la realizzazione personale, se non viene in qualche modo aggirata o superata. I sintomi  possono variare per intensità e ricordano quelli di un tipico attacco di panico: aumento della frequenza cardiaca, sudorazione eccessiva, affanno, crampi alla pancia, giramento di testa, vomito e in certi casi anche svenimento.

Finanche persone che riescono a fronteggiare quotidianamente situazioni difficili e complesse, come medici, insegnanti, ingegneri, e altre figure professionali, possono farsi prendere dalla paura quando devono parlare in pubblico, balbettando o rispondendo alle domande con voce incerta e tremolante.

Esistono tuttavia delle misure semplici che possono essere adottate in vista di un discorso pubblico. Cavallo, autore di corsi intensivi per superare per superare la paura di parlare in pubblico, consiglia prima di tutto di calarsi il più possibile nella situazione che si andrà ad affrontare. L’ansia è più gestibile se si conoscono in anticipo (o si raffigurano mentalmente ) alcuni elementi che possono destare preoccupazione.

Ad esempio, può essere di aiuto prendere familiarità con il luogo in cui avverrà il discorso. «Magari andando a visitarlo prima del fatidico giorno», aggiunge Cavallo. Oppure pianificare il discorso (inizio, sviluppo e conclusione) e infine provarlo più volte. «Può sembrare una regola banale, ma alla fine è anche la più disattesa. Non basta leggere e rileggere le slide ma è necessario provare il discorso nella stessa modalità che si userà poi realmente. Quindi, se l’intervento lo richiede, bisogna alzare la voce o abbassarla come se si avesse di fronte il pubblico», sottolinea l’esperto.

Non aiuta più di tanto imparare il discorso a memoria. Si rischia di essere artificiosi e di smarrire il filo del discorso: «Una delle paure più diffuse è proprio quella di smarrire il filo del discorso, oltre a perdere in naturalezza, ecco perché non va imparato a memoria. Il discorso non va letto perché focalizzeremmo lo sguardo sul foglio anziché sul nostro pubblico. Se usi le slide scrivi poco testo; se parlerai a braccio, schematizza il tuo intervento in poche parole e appunti» aggiunge Cavallo.

Ma la comunicazione verbale non è tutto. L’espressività dello sguardo è altrettanto importante dei discorsi. Ma dove volgere lo sguardo? «Mai guardare nel vuoto o fissare le slide. Bisogna cercare di guardare le persone negli occhi e, se l’aula è grande, guardarla a blocchi di persone», consiglia l’esperto.

In ultima analisi, per avere successo, è fondamentale non perdere il contatto diretto con le proprie emozioni e con quelle del pubblico, dirigendo il focus dell’attenzione nella direzione voluta, modulando il tono della voce, la mimica facciale, i movimenti del corpo, al pari di un attore che dal palco sente e monitora costantemente le emozioni che suscita negli altri, e alla fine raccoglie i meritati applausi.