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Aston Martin, il miliardario Lawrence Stroll salva il marchio inglese e lo porta in Formula 1

Il padre del pilota Lance Stroll guiderà una cordata di investitori che stanzieranno 217 milioni di euro per acquistare il 16,7% del capitale

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A quanto pare sarà il miliardario canadese Lawrence Stroll a rimettere in carreggiata le finanze di Aston Martin, diventando uno dei maggiori azionisti del marchio con sede a Gaydon (UK). La situazione finanziaria di Aston Martin era diventata abbastanza preoccupante: infatti, il gruppo britannico – di cui il primo azionista è il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi – paga una flessione dell'industria, l'incertezza intorno alla Brexit e una risposta tiepida ad alcuni modelli recentemente lanciati.

Un trend confermato da numeri poco lusinghieri: vendite quantificate in un -7% sul 2018, pari a 5.809 unità, con un margine operativo lordo passato da 290 milioni di euro a uno compreso fra 153 e 165 milioni. La débâcle è coincisa con un tonfo in borsa del 10%, l’ennesimo peraltro: dal suo esordio sui mercati finanziari, datato 2018, la compagnia ha perso il 75% del suo valore. Uno scenario che aveva spinto il management della Casa ad aprire la porta a potenziali investitori strategici in grado di pompare liquidità e partecipare all'espansione della gamma e della rete produttiva della marca.

Alla chiamata ha risposto Stroll, già proprietario della scuderia di Formula 1 Racing Point e papà del pilota Lance: guiderà una cordata di investitori che stanzieranno 217 milioni di euro per acquistare il 16,7% del capitale di Aston. Trattasi del primo passo di una ricapitalizzazione che prevede l’arrivo di altri 378 milioni di euro, risultanti da un aumento di capitale cui potranno partecipare sia i nuovi che i vecchi azionisti. Fra questi ultimi anche la medesima Investindustrial, pronta a sottoscrivere al 100% la propria quota (che ammonta a circa il 30% della marca), e fondi mediorientali che sono attualmente proprietari del 61% del capitale.

A quel punto, dalla cordata di Stroll arriveranno altri 63 milioni di euro, che porteranno la sua partecipazione in Aston Martin al 20%. Infine, al termine dell’operazione Stroll – che presterà pure 66 milioni di euro alla Aston – sarà anche il nuovo presidente esecutivo della compagnia. Dal canto suo la Aston Martin entrerà nel capitale della Racing Point che, dal 2021, diverrà “Aston Martin F1TM”, mentre per quest’anno la casa continuerà a sponsorizzare la Red Bull Racing F1TM.

Prima di questo epilogo, in prima fila fra i potenziali pretendenti erano finiti anche i cinesi della Geely, già azionisti di punta della Daimler (che detiene il 5% di Aston Martin), proprietari della Volvo e della Lotus. Un interesse dimostrato dalla presunta "due diligence" dei manager Geely, ovvero la verifica dei documenti contabili dell'Aston, spifferata dal Financial Times. Tuttavia, la casa automobilistica sostenuta dal magnate Li Shufu ha fatto un passo indietro, non del tutto convinta dell’affare.

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Andy Palmer, amministratore delegato di Aston Martin, durante la presentazione mondiale del Suv DBX a Pechino, il 20 novembre 2019

Va detto che il reperimento di capitali era necessario anche per sostenere il progetto del Suv DBX, che potrebbe essere il veicolo della svolta commerciale per Aston Martin, esattamente come Cayenne e Urus lo sono stati rispettivamente per Porsche e Lamborghini. Il veicolo ha già registrato 1.800 ordini ma entrerà in produzione solo nella seconda metà dell'anno.