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Energy Valley in Basilicata: i benefici per l’economia circolare

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Sebbene il petrolio sia ancora oggi la fonte energetica primaria nel mondo, è possibile utilizzare questa risorsa in maniera sostenibile, limitando l’impatto ambientale legato alla sua estrazione e lavorazione. Per questo motivo Eni ha recentemente annunciato un progetto ambizioso, la creazione di una vera e proprie Energy Valley in Val d’Agri, importante centro petrolifero in provincia di Potenza.

Come ci spiega lo staff del portale toptrading.org, specializzato in analisi finanziarie e trading online, l’impatto di questo progetto sul mercato del petrolio italiano potrebbe essere notevole, con benefici non solo per Eni. Il piano infatti stima una forte ricaduta su un nuovo modello di economia circolare, nuove assunzioni da parte del gruppo e una sostenibilità ambientale e sociale rilevante.

Il progetto della Energy Valley di Eni in Basilicata

Eni ha reso pubblico il nuovo piano di sviluppo per il Centro Olio Val d’Agri, con investimenti per oltre 80 milioni di euro con i quali l’azienda punterà sulla trasformazione dello stabilimento. In particolare metterà al centro dell’operazione un nuovo modello produttivo, incentrato su aspetti come l’innovazione tecnologica, il rispetto dell’ambiente e l’economia circolare.

Per farlo sono in cantiere collaborazioni importanti, sia con le imprese locali sia con istituti di ricerca, tra cui diverse università della Basilicata, il Federico II di Napoli, il CNR e l’ENEA. Tali sinergie consentiranno di sviluppare soluzioni tecnologicamente avanzate, usando i progressi legati al mondo digitale per utilizzare le risorse in maniera sostenibile, migliorare l’efficienza energetica delle strutture in Val d’Agri e promuovere lo sviluppo economico dell’area.

Eni vuole essere protagonista nel rilancio dell’economia della Basilicata, attraverso progetti socioeconomici e il sostegno all’imprenditorialità della zona, con grande attenzione all’agricoltura, alla gestione energetica e all’innovazione tecnologica. Ad esempio nel 2018 è partito il progetto pilota Agrivanda, uno dei primi della nuova Energy Valley nella zona di Viggiano, con la coltivazione nei terreni limitrofi gli stabilimenti della lavanda e delle api, con l’obiettivo di monitorare la salute dell’ecosistema.

Ad oggi sono stati prodotti oltre 170 Kg di miele dalle 12 arnie installate, con più di 270 Kg di lavanda raccolti, oltre a una serie di iniziative integrate come laboratori didattici per le scuole e interventi di recupero di aree abbandonate. Il programma di Eni prevede numerosi progetti di questo tipo, tra cui la creazione dell’impianto Mini Blue Water per il trattamento delle acque di scarto derivanti dall’estrazione del greggio in Val d’Agri, l’installazione di impianti fotovoltaici e la costruzione di un centro di monitoraggio ambientale.

Per il sostegno all’economia locale, Eni ha inserito nel piano di sviluppo della Energy Valley anche un nuovissimo Technology Hub, una struttura dedicata esclusivamente alla formazione e all’assistenza delle imprese della zona che vorranno partecipare a progetti sperimentali. In questo caso sarà dato un focus su proposte di innovazione tecnologica, energie rinnovabili ed economia circolare, con l’affiancamento delle aziende le quali saranno supportate dal know-how del gruppo durante tutte le fasi di studio e sviluppo.

Gli aspetti ambientali e la sostenibilità della nuova Energy Valley di Eni

Al centro del progetto di Energy Valley di Eni ci sarà la sostenibilità ambientale, per far si che la produzione di greggio non rappresenti più un impatto negativo, ma un’opportunità per le comunità locali, con forti ricadute per l’economia e soprattutto l’ambiente. La riduzione dell’inquinamento e il monitoraggio dell’ecosistema sono infatti i pilastri del piano di sviluppo, con tantissime iniziative volte a preservare il territorio e promuovere interventi di efficienza energetica e protezione della biodiversità.

Basti pensare che attraverso il progetto Agrivanda, partito nel 2018 e ancora in fase sperimentale, nella zona del COVA sono stati già riqualificati oltre 50 ettari di terre in disuso e abbandonate. Ciò è stato possibile tramite il sostegno della Fondazione Eni Enrico Mattei, una sinergia importante con le imprese locali e le istituzioni didattiche dell’area. Oltre al recupero di intere coltivazioni, l’installazione delle colonie di api è uno strumento utile come biomonitoraggio dell’ambiente, un modo naturale e innovativo per controllare la salute del territorio.

Progetti come questo sono senza dubbio i benvenuti in un’area come quella della Val d’Agri, dove vengono estratti oltre 64 mila barili di greggio al giorno, una zona dunque strategica per il settore energetico italiano. L’impatto ambientale è ovviamente elevato, quindi la creazione della Energy Valley e il finanziamento di interventi di riqualificazione, riduzione dell’inquinamento e preservazione dell’ambiente sono sicuramente utili per proteggere il territorio, senza compromettere i livelli occupazionali e l’indotto generato dalle attività dell’Eni in Basilicata.