Suso: “Volevo andarmene dal Milan, ho anche cercato di non farmi convocare”
Durante la sua presentazione alla stampa, l’ex attaccante rossonero ha spiegato gli ultimi giorni di mercato che lo hanno coinvolto: “Ho voluto davvero questo trasferimento. Ho parlato con il Milan perché volevo andarmene. Abbiamo fatto tutti uno sforzo e finalmente sono qui, è quello che volevamo sia io che la mia famiglia”.
by Alberto PucciDa oggi comincia una nuova avventura per Suso. Il ventiseienne di Cadice, ha infatti detto addio al Milan ed è tornato in Spagna grazie all'offerta del Siviglia del direttore sportivo Monchi. In attesa di scendere in campo domenica prossima contro l'Alaves, l'ex rossonero ha così raccontato alla stampa le sue sensazioni dopo la partenza da Milano e lo sbarco in terra iberica.
La voglia di scappare di Suso
"Ho voluto davvero questo trasferimento – ha esordito l'attaccante – Ho parlato con il Milan perché volevo andarmene, nelle ultime due settimane ho cercato di non essere nemmeno convocato. Abbiamo fatto tutti uno sforzo e finalmente sono qui, è quello che volevamo sia io che la mia famiglia. Ora siamo tutti contenti. Manco dalla Spagna da quando avevo 16 anni, è molto importante per tutti noi tornare a casa. Una felicità che ancora non avevamo mai provato. Il mister mi conosce bene, la rosa è competitiva e voglio aiutare il club a crescere".
"Si sono create le circostanze perfette per arrivare in un grande club dove c’è un allenatore che mi conosce benissimo – ha continuato Suso – Sto bene fisicamente e negli ultimi quattro anni ho giocato quasi tutte le partite. Le panchine delle ultime settimane non cambiano il mio stato di forma".
Le parole del direttore sportivo Monchi
"L’operazione per l’arrivo di Suso è quella di un prestito fino al 2021 con opzione d’acquisto libera o obbligatoria in base al raggiungimento di obiettivi singoli e di squadra – ha aggiunto il ds Monchi, seduto di fianco al nuovo calciatore del Siviglia – Ho provato a portare Suso qui almeno 5-6 volte, la prima quando in panchina c'era Unai Emery. E' un giocatore che porta qualcosa di diverso e che può aiutarci molto. All'inizio il Milan voleva cederlo solo a titolo definitivo, poi ha aperto alla cessione con obbligo di riscatto. C'era una differenza a livello di cifre, poi la buona volontà del calciatore e l'ottimo rapporto col club rossonero ha fatto la differenza".