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Il messaggio di Berlusconi ai lettori de ilGiornale

L'intervento del Cavaliere alla festa del nostro quotidiano ad Abano: "A casa il governo più a sinistra della storia"

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Ieri sera, all'ormai tradizionale festa dei Lettori de ilGiornale ad Abano, c'era anche Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è collegato in diretta e in viva voce al telefono da Arcore per salutare le centinaia di persone presenti.

Cari amici de Il Giornale, caro Direttore,
voglio rivolgervi un saluto dal profondo del cuore.

La vostra presenza ad Abano conferma quello che ho sempre pensato: il nostro non è un giornale come gli altri, è una comunità, costituita da un bravissimo direttore, da ottimi giornalisti, collaboratori, tecnici, amministrativi, ma soprattutto fatta di uno straordinario pubblico di lettori: una comunità che crede nelle idee per le quali il Giornale si batte a viso aperto, e che sente il bisogno di un’informazione davvero libera.

Voglio aggiungere una cosa importante: quando dico “nostro Giornale” non mi riferisco al fatto che la mia famiglia ne sia editrice, intendo dire invece che anch'io mi sento parte - come lettore - di questa bella comunità. Del resto, il quotidiano appartiene ai lettori, senza di loro non esisterebbe. Quelli del Giornale, poi, sono lettori davvero particolari.

Il Giornale è un caso unico nel panorama dei quotidiani in Italia: da quando è nato fino ad oggi ha sempre “cantato fuori dal coro” delle opinioni dominanti nel resto della grande stampa e della grande editoria.

Il Giornale non è un partito, ma ha delle idee che dichiara con onestà e trasparenza: è proprio questo che lo rende diverso da molti altri organi di informazione, che fingono neutralità ed equidistanza ma nei fatti sono pieni di propaganda politica.

Noi facciamo esattamente il contrario, siamo onesti e scrupolosi nel dare le notizie, e sinceri e coraggiosi nei commenti, senza paura di dire come la pensiamo e senza paura delle reazioni degli altri.

Questa è l’unica voce che racconta un’Italia liberale, cattolica, garantista, quell'Italia alla quale da 26 anni cerco di dare espressione nella politica italiana. È l’Italia migliore, l’Italia delle persone serie, concrete, moderate, che dalla politica non si aspettano regali, assistenza, promesse miracolose, ma semplicemente di essere messe nelle condizioni di vivere e lavorare con serenità.

Questa altra Italia che voi rappresentate, che noi rappresentiamo sa che lo Stato non è all'origine dei suoi diritti e delle sue libertà. Lo Stato è solo lo strumento per difendere quei diritti e quelle libertà che sono proprie dell’uomo per natura, o per dono divino per chi crede. Ne consegue che lo Stato ha pochi e limitati compiti, garantire la libertà, la proprietà e la sicurezza. Non può colpire i cittadini con l’oppressione fiscale, con l’oppressione burocratica, con l’oppressione giudiziaria.

Questa è la battaglia che combattiamo insieme, noi in politica, il Giornale sul piano delle idee, della cultura, dell’informazione.

Non ci sono interferenze reciproche, io ho sempre chiesto ed anzi preteso che il Giornale fosse totalmente libero nelle sue scelte, nei suoi contenuti, nelle sue battaglie. Io e la mia famiglia abbiamo sempre garantito a chi ha diretto il Giornale la più ampia libertà. Il direttore Alessandro Sallusti può testimoniarlo ed anzi sa benissimo quante volte un titolo del Giornale mi ha creato dei problemi politici.

Ma è giusto che sia così. Il Giornale è un quotidiano indipendente, non è l’organo di Forza Italia, né della famiglia Berlusconi, né delle aziende che ho fondato.

È evidente però che l’affinità culturale e – permettetemi di dirlo – morale fra noi è evidente. Lo è stata dal principio, dagli anni ’70 del secolo scorso, quando assunsi la proprietà del Giornale diretto da Montanelli, che si trovava in gravi difficoltà finanziarie. Non fu un’operazione imprenditoriale: anzi dal punto di vista economico si trattò di un affare in pura perdita. Ma non potevo lasciar morire l’unica voce coraggiosa che allora si opponeva allo strapotere della sinistra comunista. Anche se poi le nostre strade si sono divise non ho mai smesso di essere grato a un grande giornalista come Indro Montanelli per quanto aveva fatto negli anni del compromesso storico, del terrorismo delle BR, negli anni in cui i comunisti sembravano a un passo dal potere.

Allo stesso modo sono grato a tutti coloro che si sono succeduti alla guida del Giornale, fino al nostro bravissimo Alessandro Sallusti: uno dei giornalisti non solo più brillanti, ma anche più colti e più seri del panorama dell’informazione italiana. La sua guida e la presenza di tante firme importanti sono la garanzia di due cose: la qualità dell’informazione e l’assoluta libertà del Giornale.

Di questo i lettori possono stare certi: che il Giornale non nasconderà mai una notizia scomoda, non cercherà mai di edulcorare la realtà per sostenere una tesi, e che non si piegherà mai al conformismo di sinistra ed alla dittatura culturale che esso cerca di imporre.

Del resto, noi lettori del Giornale non lo permetteremmo mai. Vi ho detto quel che volevo dire. Un abbraccio affettuoso a tutti voi, tanti auguri al Giornale, a ciascuno di voi l’augurio di riuscire a realizzare i sogni, i progetti che ciascuno di voi porta nella mente e nel cuore per voi e per le persone che amate.