Omicidio Sacchi, il Riesame: per Anastasiya misura solo sufficiente
Lo scrivono i giudici del tribunale del Riesame di Roma. Il 19 dicembre scorso i giudici della Libertà hanno ribadito il carcere per Giovanni Princi e l'obbligo di firma per la fidanzata di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso
Per Anastasiya Kylemnyk il tribunale del Riesame di Roma "prende atto della misura applicata dal gip su richiesta del pm (motivata con l'assenza di pregressi coinvolgimenti in episodi inerenti stupefacenti), allo stato appena sufficiente a mantenere un controllo su di lei per prevenire il pericolo di reiterazione del reato". È quanto scrivono i giudici della Libertà nelle motivazioni con cui il 19 dicembre scorso ha ribadito l'obbligo di firma per la fidanzata di Luca Sacchi, accusata del tentativo di acquisto di un ingente quantitativo di droga.
"Droga rifornita a larga clientela"
"Sussiste un concreto pericolo di reiterazione del reato in ragione delle modalità del fatto e della personalità degli indagati: anche a prescindere dagli esiti drammatici di quanto accaduto quella sera, l'acquisto di ben 15 kg di marijuana denota uno stabile inserimento negli ambienti della droga da parte degli indagati che evidentemente riforniscono ad una larga clientela, tenuto conto dell'ingente quantitativo della droga acquistata. Si tratta di un'attività che certo non è episodica ma che viene svolta con abitualità". E' quanto scrivono i giudici della Libertà nelle motivazioni con cui il 19 dicembre scorso hanno ribadito il carcere per Giovanni Princi e l'obbligo di firma per la fidanzata di Luca Sacchi.
"Princi contava su solidi canali rifornimento droga"
Giovanni Princi poteva contare "su solidi canali di rifornimento" della droga. E quanto si legge nelle motivazioni del tribunale del riesame di Roma con cui lo scorso 19 dicembre ha confermato il carcere per Giovanni Princi e l'obbligo di firma per Anastasiya Kilemnik. Per i giudici del Riesame, Princi spaccia "in maniera professionale da molto tempo e con ampia disponibilità. Princi ha dimostrato scaltrezza e professionalità nelle precedenti vicende nelle quali è rimasto coinvolto si consideri a tal proposito la cautela adottata anche con i clienti da Princi che non solo ha invitato un 'cliente' ad utilizzare una chat criptata per contattarlo ma ha rifiutato anche di dargli il suo numero".
"Le pregresse vicende inducono a ritenere plausibile che Princi abbia avuto un ruolo se non di leader, di certo di promotore della trattativa e della conclusione dell'affare" sottolineano i giudici. Princi "ha dimostrato, legittimamente avvalendosi della facoltà di non rispondere, di non voler interrompere i rapporti con gli ambienti criminali di riferimento, in prospettiva di futuri affari" concludono i giudici del Riesame.