la Repubblica
Femminicidi, le cifre di una strage: 16 donne uccise a Palermo nel 2019
La relazione della Corte d'Appello per l'apertura dell'anno giudiziario. Nel 2018 tre assassinate. Crescono i tentati omicidi, i furti soprattutto quelli in abitazione, i casi di stalking e raddoppiano i reati informatici
by FRANCESCO PATANE'Aumentano gli omicidi, soprattutto oi femminicidi che nell’ultimo anno sono stati 16 a cui vanno aggiunte le due donne ammazzate stanotte a Mussomeli nel nisseno. Rispetto all’anno precedente aumentano del 433 per cento. Crescono i tentati omicidi, i furti soprattutto quelli in abitazione, i casi di stalking e raddoppiano i reati informatici (clonazione di carte di credito, furto d’identità e credenziali). Non è certo incoraggiante la fotografia della sicurezza a Palermo che emerge nella relazione annuale dell’anno giudiziario che domani verrà presentata dal presidente della corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Cresce la prescrizione, non calano i processi arretrati, i processi in alcuni settori si sono allungati di 120 giorni in dodici mesi.
Tredici donne in più uccise nel 2019
Sedici donne in un anno uccise per mano dei loro padri, mariti, figli, compagni. Nel 2018 erano tre ed erano già moltissime. Nel 2019 sono stati 16 i femminicidi nel distretto della corte d’Appello di Palermo. Un aumento enorme anche quello dei tentati omicidi con vittima una donna, passati da sei a tredici casi. Aumentano anche i casi di stalking e maltrattamenti in famiglia che vedono soccombere le donne. In un anno le denunce per atti persecutori sono salite del 14 per cento. In totale gli omicidi passano da 59 ai 75 di quest’anno, mentre i tentati da 41 a 56 casi.
Furti in casa e reati informatici in ascesa vertiginosa
I reati informatici contro il patrimonio (clonazioni, utilizzo fraudolento di sistemi di pagamento e furto di credenziali) sono arrivati alla soglia delle seimila denunce (5.857) lo scorso anno, contro le 3.009 del 2018. I sistemi per carpire informazioni e dati sensibili sono sempre più moderni e la battaglia con i criminali è in molti casi impari. Nel campo dei reati tradizionali spicca l’aumento del 28 per cento dei furti in casa che passano da 5.030 del 2018 ai 6.445 del 2019. In generale i furti crescono del 20 per cento arrivando a quota 29.949 denunce.
Trentuno mila processi pendenti
Nel 2019 nelle cinque sezioni del tribunale di Palermo sono arrivati 7.395 processi. Nello stesso periodo i giudici ne hanno definiti 8.968 ma il totale dei processi pendenti rimane comunque altissimo e sfiora quota 20 mila (19.326). Se le sezioni dibattimentali stanno lentamente recuperando l’arretrato, il vero problema è la carenza di personale all’ufficio Gip che su 28 giudici previsti in organico (presidente e vice compresi) per tutto l’anno hanno lavorato con dieci giudici in meno. Mediamente l’ufficio gip ha lavorato con 16 giudici negli ultimi 12 mesi. Nel 2019 i procedimenti arrivati al secondo piano del palazzo nuovo di giustizia sono stati 12.980 mentre ne sono usciti definiti 12.666, con un saldo in negativo di oltre trecento fascicoli che sono finiti fra gli arretrati arrivati a 12.348. Sommando gli arretrati delle sezioni dibattimentali e di quelli dell’ufficio gip, oggi a Palermo ci sono 31.674 processi in attesa di essere trattati in primo grado. In Appello invece gli arretrati sono 6.382 ma negli ultimi quattro anni le cinque sezioni della corte d’Appello sono riuscite a definire nei 12 mesi lo stesso numero di processi che arrivavano dal primo grado.
Centoventi giorni più lunghi i processi al monocratico di Palermo
Sul banco degli imputati per la lunghezza dei processi quest’anno è finito il tribunale monocratico di Palermo che in un solo anno ha aumentato di 120 giorni la media della definizione dei procedimenti passando da 563 a 686 giorni. A livello distrettuale (con i dati anche degli altri tribunali) i dati della relazione sull’andamento della giustizia nel distretto di Palermo forniscono la media della durata dei processi che in tribunale si attesta sui 444 giorni (un dato che comprende anche i riti alternativi molto più veloci per questioni di rito), mentre quelli in corte d’Appello si definiscono in 389 giorni. Molto più veloci i tempi di definizione dei procedimenti al tribunale dei Minori con appena 210 giorni e di quelli del giudice di pace con 207 giorni in media. Al tribunale monocratico un terzo dei processi si conclude entro un anno, un terzo ci impiega fra uno e due anni e un terzo (e questo è il dato preoccupante) non prima di due anni. Nei processi collegiali i casi che superano i due anni salgono al 42 per cento.
Aumentano dell’11 per cento i casi di prescrizione
Se nel 2018 i casi di avvenuta prescrizione del reato erano diminuiti, nel 2019 la prescrizione è tornata a crescere ad un tasso dell’11 per cento. I procedimenti estinti sono stati 2.599 contro i 2.339 dell’anno precedente. In percentuale il distretto di Palermo registra appena l’8,28 per cento di casi di prescrizione sul totale dei procedimenti. Un tasso che pone Palermo all’ottavo posto nella classifica dei distretti più virtuosi. Come dato di paragone a Roma le prescrizioni sfiorano il 50 per cento e a Venezia il 37 per cento. In particolare nelle cinque sezioni del tribunale palermitano sono state pronunciate 1.134 sentenze di prescrizione (contro le 925 del 2018), in corte d’Appello questo tipo di estinzione del reato è stato applicato in 490 occasioni (erano 396) mentre dall’ufficio Gip sono usciti prescritti 975 fascicoli (erano 1.019), unico ufficio in controtendenza. Fra i reati più prescritti ci sono il furto (106 casi) e l’abuso edilizio (52 casi).
Nel civile escalation di pignoramenti grazie al digitale
In sede civile salta all’occhio l’aumento vertiginoso dei pignoramenti: la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la possibilità di incrociare le diverse banche dati ha permesso di aumentare il numero dei pignoramenti grazie alla ricerca telematica. A Palermo in tre anni i casi sono diventati cinque volte tanto passando da 430 iscrizioni del 2016 ai 2.252 del 2019