Coronavirus, Giulietto Chiesa: «Non si può escludere collegamento con scenario di guerra»

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«Non si può escludere un collegamento tra questo virus ed il futuro della guerra. Xi Jinping deve capire se si tratti di un’operazione militare. Voluta da chi? Non lo so e non posso fare ipotesi. Una cosa è certa e cioè che per gli Stati Uniti Russia e Cina sono dei nemici». Sono parole difficili da digerire e tanto meno da ignorare quelle di Giulietto Chiesa, già storico corrispondente Rai da Mosca, giornalista e scrittore profondo conoscitore della Russia. Intervenendo a Radio Cusano Campus, Giulietto Chiesa ha affrontato la vicenda Coronavirus immergendola nello scenario del latente conflitto globale tra Stati Uniti da una parte e Russia e Cina dall’altra.

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«Il presidente Xi Jinping non dirà che è stato un attacco»

Per Giulietto Chiesa la diffusione del Coronavirus potrebbe essere un atto di guerra di Washington contro Pechino. «Secondo il Pentagono – afferma Chiesa – la guerra contro Russia e Cina è imminente. Il presidente Xi Jinping non dirà che è stato un attacco. Non lo potrebbe dimostrare ed ora ha il problema di dimostrare di sapersi difendere. Tra 20 giorni potremmo svegliarci ed avere di fronte un Mondo completamente nuovo» Ma siamo davvero in presenza di un attacco contro la Cina? Alla richiesta dei giornalisti di Radio Cusano di portare elementi a giustificazione di questa teoria, Giulietto Chiesa risponde: «Non ho dubbi sul fatto che Xi Jinping stia dicendo quello che sa, ne sono certo. Stiamo attenti, non so quanto sappia Xi Jinping. Ci domandiamo, e forse anche lui si sta domandando, da dove sia arrivato questo virus, quali erano i gruppi di ricerca, cosa si faccia nel laboratorio di Wuhan».

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Coronavirus atto di guerra? Chi sarebbero i mandanti?

Ma chi sarebbe il mandante di questo presunto attacco? «Xi Jinping – afferma Chiesa – deve anche capire quale e se c’è stata un’operazione politico militare. Chiunque al suo posto dovrebbe farsi delle domande perché questa è una delle vicende più segrete ed inquietanti della storia e non si può escludere possa esserci che c’è un rapporto tra queste cose ed il futuro della guerra. Io ho l’impressione che siano stati colti di sorpresa».

«Io leggo tutti i giorni i documenti politici che vengono dai centri di ricerca militare. Nell’ultimo documento che arriva dagli Stati Uniti – afferma Giulietto Chiesa – si scrive che la guerra contro Russia e Cina è imminente. Lo dice il Pentagono. Se io fossi un cinese una riflessione la farei. Il presidente Xi Jinping non dirà che è stato un attacco. Non lo potrebbe dimostrare ed ora ha il problema di dimostrare di sapersi difendere. Tra 20 giorni potremmo svegliarci ed avere di fronte un Mondo completamente nuovo». 

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Coronavirus e i rapporti Russia-Cina

 «La Russia ha un rapporto con i cinesi molto vicino e stretto – ha spiegato Chiesa – il rapporto tra Cina e Russia è diventato molto importante soprattutto negli ultimi 5 anni. La quantità di cinesi che va a Mosca è più che decuplicata. È anche un grande affare per i russi. Decine di migliaia di cinesi sono in Russia, molti arrivati per i festeggiamenti del capodanno. Questa notte però è accaduto un fatto nuovo. La Russia ha chiuso la frontiera con la Cina. 2700km divenuti di colpo impenetrabili».

«Se confrontiamo la situazione russa con quella italiana ci sono alcuni grandi punti interrogativi. Quanti di questi cinesi sono entrati in Russia dopo l’esplosione del contagio? Quanti sono nello stato di incubazione? Per ora non abbiamo informazioni, sappiamo solo che in Russia ora si sta correndo ai ripari. L’OMS ha dichiarato l’emergenza mondiale, figuriamoci se la Russia può ignorare questo fattore. Sperano di fare un gigantesco censimento. È possibile che i russi abbiano sottovalutato la situazione. Noi in fondo siamo lontani dalla Cina. In Russia, dalla Cina, ci si arriva a piedi seppur in Siberia, nelle zone orientali. Sono circa 200 milioni i cinesi che hanno rapporti costanti con la Russia, possiamo immaginare cosa significhi stare lì. Il problema vero quindi è fare il censimento di chi ha attraversato la frontiera negli ultimi 20 giorni». >> Tutto sulla vicenda Coronavirus