Prospect, l'Italia va a perforare la Luna pensando a Marte
by Emilio CozziL'Esa affida all'italiana Leonardo la realizzazione della trivella che potrebbe inaugurare un nuovo capitolo dell'esplorazione spaziale
“Prospect è l’inizio. È lo strumento con cui perforeremo la superficie lunare per scoprire se le tonnellate d’acqua che stimiamo essere imprigionate nel sottosuolo esistano davvero. La trivella e la missione che per la prima volta ci permetterà di raggiungere e analizzare il Polo Sud della Luna rappresentano un enorme passo verso una maggiore comprensione del nostro Sistema solare e di come, l’acqua, sia finita lì”. L’entusiasmo di David Parker, direttore dell’Esplorazione umana e robotica dell’Agenzia spaziale europea, era palese al momento di firmare, il 30 gennaio, l’accordo da 31,5 milioni di euro con cui l’Esa ha affidato a Leonardo la realizzazione del Package for Resource Observation, in-Situ analysis and Prospecting for Exploration Commercial exploitation and Trasportation, più in breve Prospect.
Progettato dal colosso aerospaziale italiano a fronte di un contratto siglato quattro anni fa, lo strumento entra ora nella fase realizzativa. È costituito da una trivella, detta ProSeed, e da un mini-laboratorio con una suite di strumenti scientifici, il ProSpa, che nel 2025, missione Luna 27, dovrebbero raggiungere le regioni meridionali del nostro satellite naturale alla ricerca di giaccio, sostanze volatili e chimiche sotto la superficie.
“Il contratto per lo sviluppo e la realizzazione di Prospect – ha sottolineato Marco De Fazio, deputy managing director della divisione Elettronica di Leonardo – è un’ulteriore dimostrazione delle nostre capacità ingegneristiche e di progettazione nei sistemi complessi, basate sull’esperienza e il know-how delle trivelle delle missioni Rosetta ed ExoMars”.
La partnership siglata ieri negli stabilimenti di Nerviano, provincia milanese, è però significativa per motivi non solo commerciali: anzitutto, come confermato da Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’Ufficio missioni scientifiche dell’Agenzia spaziale italiana, perché testimonia la centralità strategica dell’Italia nel futuro delle missioni internazionali – Luna 27 vedrà collaborare Esa e Roscosmos, l’agenzia russa. Una centralità ribadita, lo scorso novembre, dai 2,28 miliardi di euro messi sul tavolo dall’Italia nell’ultimo consiglio ministeriale dell’Agenzia europea, il 16% di quanto complessivamente stanziato dai 22 Paesi membri. In secondo luogo perché Luna 27 sarà, Parker dixit, solo l’inizio: “Prospect potrebbe aprire nuove porte e permettere ai futuri astronauti lunari di estrarre acqua dal suolo per renderla potabile, per ricavarne ossigeno da respirare, o addirittura per convertirla in combustibile per i propri razzi. La Luna costituisce una rampa di lancio perfetta verso nuovi orizzonti, per primo Marte”.
Una prospettiva, quella dello sfruttamento delle risorse lunari, che l’Esa non ritiene affatto fantascientifica: “Oggi i costi dell’esplorazione spaziale sono elevati – ha confermato Parker – la possibilità di sfruttare altre risorse ed essere più indipendenti da quelle terrestri rappresenta un’opportunità unica per il futuro e proprio questo è l’obiettivo della missione Luna 27. Prospect ci aiuterà a fare il primo passo in questa direzione”.
Progettata per lavorare a temperature fino a 150° sotto lo zero, la punta unica di Prospect, in fibra di carbonio, potrà raggiungere una profondità di un metro, dove si prevede di trovare regolite giacchiata. Lo space drill preleverà campioni da distribuire agli strumenti scientifici in dotazione: le polveri saranno indirizzate alla camera russa, mentre i frammenti di pochi millimetri cubici alla suite di strumenti europei, dove 25 fornetti svilupperanno i gas le cui analisi saranno trasmesse in tempo reale sulla Terra. Progettata in collaborazione con la britannica Open University – a capo del consorzio responsabile del mini laboratorio ProSpa – la trivella di Leonardo sfrutterà una potenza inferiore ai 100 watt – “meno di una lampadina” – e nei tre mesi non continuativi di operatività nominale – estendibili fino a un anno – effettuerà 25 fori a 5 profondità differenti.
“L’Esa punta a dimostrare la possibilità di convertire materiale lunare in prodotti utili entro la fine di questo decennio – ha spiegato Parker – se l’estrazione di materia asteroidale per ottenere elementi rari come il platino, per esempio, oggi non ci sembra molto sensata, un’esplorazione che sfrutti meno materiale possibile dalla Terra è l’obbiettivo da perseguire. Per la prima volta con Luna 27 si tenterà di sfruttare le risorse offerte da un altro pianeta per spingersi oltre e andare sempre più lontano nell’esplorazione spaziale”.