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Blitz in sala operatoria: parenti di un paziente aggrediscono i medici

Violenza all'ospedale Perrino di Brindisi: i familiari di un malato hanno fatto irruzione in sala operatoria e aggredito i medici impegnati in un intervento

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Hanno fatto irruzione in sala operatoria e aggredito una intera equipe medica. L'ultimo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario si è registrato nella notte fra giovedì 30 e venerdì 31 gennaio all'ospedale Perrino di Brindisi, quando i familiari di un paziente hanno interrotto un intervento chirurgico.

Dopo aver strattonato il medico di guardia in reparto, i parenti hanno preteso la presenza del primario che era in quel momento impegnato in sala operatoria. E così hanno fatto irruzione nella stanza, bloccando l'intervento chirurgico in corso. "Un episodio gravissimo - ha denunciato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli -. È l'ennesimo in ordine di tempo, ma è anche di una gravità inaudita. E ciò perché ha messo in pericolo non solo gli operatori sanitari, ma anche la vita stessa del paziente. Stanotte, a Brindisi, non sono stati aggrediti solo i professionisti: è stata aggredita l'essenza stessa della società civile, che fa della solidarietà tra cittadini uno dei suoi principi cardine".

Un episodio grave che allunga la serie di aggressioni subite da medici e infermieri ogni giorno negli ospedali di tutta Italia. Il presidente dell'Ordine dei medici, Arturo Oliva, ha espresso ogni solidarietà e ribadito l'impegno dell'Ordine a sollevare e denunciare ogni episodio che toglie tranquillità ai sanitari. "Le carenze di natura organizzativa e strutturale sono quelle da colmare per prime: i lavoratori devono essere messi in condizioni di lavorare in sicurezza", ha continuato Anelli. Come spiega l'Ordine, da anni il personale sanitario locale è in attesa di interventi che rendano più sicuro il posto di lavoro. "Esasperati dai troppi episodi di intolleranza e prevaricazione e dai cronici ritardi nell'attivazione di interventi tecnici, gli operatori potrebbero arrivare a clamorose decisioni fino ad astenersi dalle attività sanitarie in quei posti dove non ricorrono le minime condizioni di sicurezza", ha spiegato Oliva, come riporta Repubblica.

L'irruzione in sala operatoria all'ospedale di Brindisi è infatti particolarmente preoccupante. Un fatto che si spinge ben oltre i limiti. "L'episodio di questa notte ci dimostra, ancora una volta e in maniera eclatante, che occorre fare di più - ha concluso Filippo Anelli -: occorre un salto culturale, per cui il medico torni a essere visto come colui che cura, come colui che può, compatibilmente con i limiti della scienza, della medicina e della natura stessa, salvarci la vita e non come il terminale delle frustrazioni, delle ansie, dei disagi dei cittadini".