Piano Ue sul 5G, limiti ai fornitori rischiosi

Huawei, piano non fazioso e basato sui fatti

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Lo sviluppo della rete 5G comporta una serie di rischi, tra cui l'interferenza di Stati non Ue, che la Commissione europea chiede agli Stati di affrontare con misure ad hoc. Tra queste: valutare il profilo di rischio dei fornitori, applicare limiti a quelli considerati ad alto rischio, anche escludendoli da asset chiave sensibili come accesso e gestione delle reti, elaborare strategie per diversificare i distributori. Bruxelles chiede agli Stati di applicare le misure chiave entro il 30 aprile.

Huawei "accoglie con favore la decisione della Commissione europea", che "permette" all'azienda "di continuare a partecipare alla diffusione del 5G in Europa. Questo approccio non fazioso e basato sui fatti per la sicurezza del 5G permette all'Europa di avere una rete più sicura e veloce". Così in una nota il colosso cinese delle telecomunicazioni. "Huawei è presente in Europa da circa 20 anni e ha una comprovata esperienza in termini di sicurezza", prosegue la nota, "continueremo a lavorare con i governi europei e con l'industria per sviluppare standard comuni che rafforzino la sicurezza e l'affidabilità della rete".

"Chi vuole venire in Europa è il benvenuto", le misure individuate nel piano 5G dell'Ue "si basano su criteri oggettivi e non mirano ad escludere nessuno": lo ha detto il commissario all'industria, Thierry Breton, rispondendo a chi gli chiedeva se il piano Ue sul 5G avesse come obiettivo colpire la cinese Huawei. In Europa "accettiamo tutti, ma abbiamo regole chiare ed esigenti", ha aggiunto.

"La posizione del governo tedesco su Huawei non è cambiata". Lo ha detto il portavoce Steffen Seibert, rispondendo a una domanda in conferenza stampa. Ci sono prescrizioni severe per gli standard di sicurezza, per chi dovrà costruire la rete 5G in Germania, ma non c'è preclusione per nessun concorrente.