Vite in quarantena - arriveranno domenica a pratica di mare a bordo di un aereo militare i 68...
VITE IN QUARANTENA - ARRIVERANNO DOMENICA A PRATICA DI MARE A BORDO DI UN AEREO MILITARE I 68 ITALIANI DI RITORNO DA WUHAN: RIMARRANNO 14 GIORNI IN UN BUNKER A ROMA DOVE SARANNO VISITATI 3 VOLTE AL GIORNO DA MEDICI VESTITI CON TUTE SPAZIALI – OGNUNO AVRÀ UNA STANZA CON PC, TV, TELEFONO E BAGNO – I NUCLEI FAMILIARI NON SARANNO SEPARATI, MA A OGNI INCONTRO DOVRANNO…
Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
Da lunedì cominceranno una nuova vita. Una vita nel bunker. Lunga appena 14 giorni, la durata massima d' incubazione del coronavirus. Se non ci saranno brutte sorprese, passate due settimane cesserà anche l' allarme e loro potranno finalmente tornare a respirare.
Sono 65 i nostri connazionali a Wuhan che hanno espresso la volontà di tornare in Italia e stanno solo aspettando di poter lasciare le proprie case o gli alberghi per dirigersi in aeroporto col servizio di pulmini a domicilio organizzato dall' ambasciata. Il giorno indicato è domenica.
Ma al gruppo in extremis se ne potrebbero aggiungere altri tre, che stanno ancora valutando il da farsi. In tutto, così, sarebbero 68 persone.
«Sta per scattare l' operazione rimpatrio», annuncia il senatore Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute (M5S).
Sarà un Boeing KC-767A dell' Aeronautica Militare, con 99 posti previsti a bordo, a prenderli e riportarli in Italia. L' aereo è già pronto all' aeroporto di Pratica di Mare. Decollerà domani e tornerà domenica.
E dove si trova il bunker a loro destinato? A Roma. Oggi sarà deciso il luogo dove inizierà la «quarantena», anzi la stretta sorveglianza sanitaria per gli italiani di Wuhan.
Serviva un luogo protetto, dedicato esclusivamente a loro.
La scelta, così, avverrà tra le due uniche opzioni ormai rimaste sul tavolo: una caserma isolata all' interno della cittadella militare della Cecchignola oppure un edificio presente nel parco dell' area militare di Pratica di Mare. Un posto non lontano dall' aeroporto e non distante neppure dall' ospedale Spallanzani, dove nella peggiore delle ipotesi, se cioè dopo lo sbarco dovesse manifestarsi il virus in uno dei nostri connazionali, l' ambulanza speciale per il bio-contenimento (già attrezzata) impiegherebbe solo pochi minuti per arrivare.
Gli italiani di Wuhan vivranno come in un college, ciascuno avrà la propria stanza («Di 16-20 metri quadrati come negli ospedali», chiosa il senatore Sileri, che è chirurgo) con un letto singolo, un tavolino, la tv, il computer, il telefono. Ogni stanza avrà il suo bagno. I medici del ministero, vestiti con tute spaziali, capo coperto, guanti e mascherina adesa al volto, andranno a visitarli in stanza 3 volte al giorno, misureranno la temperatura, i parametri vitali, ausculteranno loro il torace. A ogni visita, tutto nuovo: tuta, guanti e mascherina.
«Potranno anche cucinarsi da soli se vorranno», aggiunge Stefano Verrecchia, il capo dell' Unità di crisi della Farnesina, l' organismo che insieme al Comando operativo interforze della Difesa e al ministero della Salute, sta gestendo l'«operazione rimpatrio».
«Tutti gli italiani di Wuhan al momento risultano in ottima salute, tutti asintomatici», sottolinea il viceministro Sileri.
Perciò, al loro arrivo in Italia, non saranno sottoposti a «una vera e propria quarantena», avverte Verrecchia: «Non li stiamo curando, ricordiamolo, li stiamo solo tenendo sotto controllo...». Così, «i nuclei familiari non saranno separati tra loro, perché ci sono anche dei minori tra gli italiani in partenza e l' unico accorgimento sarà quello di far indossare mascherine a tutti i componenti della famiglia quando saranno vicini. Le stanze in questo caso saranno comunicanti», continua Verrecchia. E per tutti gli altri?
«Non è una quarantena vera, si potrà uscire perciò anche all' esterno dell' edificio, purché sempre con la mascherina. E si potranno ricevere le visite dei familiari purché anche loro tengano i volti protetti».
Verrecchia spiega, inoltre, che il ritardo di un giorno rispetto alle previsioni di partenza è dipeso dalla necessità di ricevere le autorizzazioni al sorvolo del nostro aereo militare da parte di tutti quei Paesi che figurano sulla rotta Italia-Cina (Turchia, Kazakistan, ecc.). Si sarebbe potuti partire prima con un charter, è vero, ma l' equipaggio della compagnia privata interpellata avrebbe poi dovuto sottostare, al ritorno, alla stessa quarantena di 14 giorni prevista per i passeggeri.
Una prospettiva poco allettante. Così, alla fine, si è deciso per il volo militare, operato dall' 8° Gruppo del 14° Stormo. «Ci vorranno 12 ore per arrivare, poi i medici che partiranno da Roma faranno dei controlli su tutti i passeggeri, quindi l' aereo verrà rifornito di carburante e subito si riparte. Altre 12 ore ed ecco che domenica sera, infine, dovrebbero atterrare».
Un' ultima curiosità: anche i vestiti degli italiani saranno messi «in quarantena». Al passaggio dei fatidici 14 giorni verranno loro restituiti.