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Mobilità sostenibile, la scommessa del gas è da vincere
Il trasporto sostenibile a gas rappresenta una scommessa su cui puntare, con l'industria UE che spinge verso questa soluzione
[Rassegna stampa] Nel dibattito sulla mobilità sostenibile e sul futuro dei trasporti rientra anche il tema del gas come alternativa ai carburanti tradizionali. L’industria UE preme per la transizione, con l’Italia che è già a buon punto.
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La premessa è chiara: se l’Europa punta a realizzare una transizione energetica di successo verso un’economia a basse emissioni di carbonio, non si può prescindere da una valorizzazione del gas. Per centrare un simile traguardo, bisogna però accelerare, e parecchio, anche sul fronte della mobilità sostenibile. Muovendo da questa premessa, a metà gennaio, è partito un appello ai politici della Ue affinché accelerino lo spiegamento delle infrastrutture del gas naturale e rinnovabile in Europa. Mettendo in atto quanto era previsto fin dal 2014 da una direttiva europea (la cosiddetta “Dafi”) che già rimarcava l’esigenza di attenuare l’impatto ambientale nei trasporti e stabiliva i requisiti minimi per la costruzione di una rete per i combustibili alternativi. Inclusi i punti di rifornimento gas e idrogeno, da realizzarsi con piani strategici dei singoli Stati. Un messaggio puntuale firmato dall’Acea (l’associazione europea dei costruttori di auto), dalla Ngva (che raggruppa i produttori di veicoli a gas) e dall’Eba (l’associazione europea del biogas) e messo in pista con l’obiettivo di accelerare il ricorso al gas naturale e “verde”. «La mobilità a gas può assicurare alternative convenienti, accessibili, più sane e più pulite nel settore dei trasporti, pienamente il linea con il Green New Deal europeo», scrivono gli estensori ricordando poi l’apporto del gas nel ridurre le emissioni di Co2. Un contributo documentato anche da un recente studio dell’istituto Joanneum Research, uno dei più grandi centri non accademici austriaci, commissionato dall’Adac (il principale automobile club tedesco), che ha preso in considerazione non solo le emissioni durante l’utilizzo ma sull’intero ciclo di vita del veicolo, dalla produzione fino allo smaltimento, giungendo alla conclusione che il minore impatto per il clima è rappresentato dalle auto a Cng (gas naturale compresso), seguite, praticamente a pari merito, da quelle elettriche e diesel. Solo i mezzi a idrogeno – rileva l’indagine – e quelli elettrici alimentati con energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili possono fare meglio del gas. L’Italia, se si guarda alla mobilità a gas, è già oggi leader con più di 1383 distributori di Cng attivi e cresciuti molto negli anni (nel 2011 erano poco più di 850). La fetta principale è concentrata in Emilia Romagna (16,4%) e Lombardia (14,4%), e comunque nelle Regioni del centro-nord, ma si sta già lavorando a implementare gli impianti nel sud anche grazie al piano messo in pista da alcuni operatori, come Snam, per potenziare la mobilità sostenibile (si veda l’articolo in basso). Mentre sono 61 i distributori di metano liquefatto in esercizio (e 42 in progetto), con un progresso del 175% sul 2018. Senza contare, poi, che, con oltre un milione di vetture, l’Italia vanta il primo parco circolante in Europa: un trend di crescita destinato a proseguire considerato l’andamento positivo delle immatricolazioni di veicoli a gas (+140% a dicembre sullo stesso mese del 2018 e +3% su tutto l’anno). Un rapido incremento si prevede poi anche sul fronte del Gnl (gas naturale liquefatto) in Italia nei trasporti stradali e marittimi. A oggi viaggiano circa 2500 veicoli pesanti alimentati a Gnl, rispetto al centinaio del 2015, ma si stima che, entro il 2025, si possa arrivare a 15mila, con una domanda di Gnl che sfiorerà le 500mila tonnellate l’anno. E salirà anche la richiesta di Gnl per il rifornimento di carburante a bordo delle navi (bunkeraggio): 100mila tonnellate l’anno al 2030 per l’area adriatica e 300mila tonnellate annue per quella tirrenica. […]
Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore