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I capitani di Francia, Scozia, Inghilterra, Galles, Italia e Irlanda (reuters)

la Repubblica

Rugby, Sei Nazioni pieno di incognite: davanti a tutti c'è l'Inghilterra

L'edizione che segue i Mondiali può regalare sorprese, una favorita c'è: i Bianchi di Eddie Jones, vice campioni del mondo, sono una perfetta macchina da guerra. L'esordio in Francia non è dei più semplici. Il Galles campione uscente ricomincia da Wayne Pivac, l'Irlanda si affida a Farrell, Scozia destinata a giocarsi il Cucchiaio di Legno con l'Italia

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Non sai mai cosa può accadere, nell'edizione del Sei Nazioni che segue i Mondiali: le squadre si rinnovano, cambiano gli allenatori. Comincia una nuova èra. Eppure, mai come questa volta c'è un chiaro favorito: l'Inghilterra, che alla rassegna iridata in Giappone ha distrutto gli All Blacks salvo crollare - psicologicamente, prima ancora che dal punto di vista fisico - davanti al Sudafrica in finale, ha tutte le carte in regola per vincere il torneo più antico del mondo. Sarebbe la sesta volta, negli ultimi 20 anni.

IL CALENDARIO

Inghilterra favorita, ma occhio a Le Crunch

I Bianchi di Eddie Jones sono una perfetta macchina da guerra che muove dalla superiorità del pacchetto, in cui giganteggiano fuoriclasse come Tom Curry e Sam Hunderhill (per non parlare del totem nero, Mario Itoje). Ma hanno mostrato di essere vulnerabili se messi sotto pressione da un impeccabile gioco al piede avversario: è successo ai Mondiali, con gli Springboks che hanno ribaltato la pressione e sfruttato le rimesse laterali; era accaduto anche nel passato Sei Nazioni, quando il Galles aveva sorpreso la corazzata inglese reduce da un doppio trionfo con Irlanda e Francia. A proposito di Galletti: il match d'esordio sarà proprio a Parigi, un Le Crunch che potrebbe essere già la svolta del Torneo.

Giovane Francia, calendario favorevole

La Francia si gioca molto, forse tutto, nel primo match: se sorprende l'Inghilterra, può volare sulle ali dell'entusiasmo. Il calendario è dalla sua parte: nel match successivo affronterà ancora in casa l'Italia, gli ultimi due appuntamenti sono a Edimburgo e con l'Irlanda a Parigi. Ma in caso di sconfitta all'esordio, la squadra di Brunel (però il burattinaio si chiama Galthié), potrebbe pagare caro la poca esperienza dei giovani talenti cui ha deciso di affidarsi. In mediana, la coppia Dupont-Ntamack promette meraviglie. Penaud, Woki e Gros sono tre giocatori da seguire con attenzione.

I Diavoli e la scuola di Llanelli

Dopo aver fatto sognare per 12 anni gli innamorati ovali con Warren Gatland, il Galles ricomincia da Wayne Pivac: un altro allenatore neozelandese che ha deciso di scommettere sul rugby spettacolare della scuola di Llanelli. La "rivoluzione" permetterà ai campioni in carica di confermarsi tali? Cominciare questa nuova avventura a Cardiff con l'Italia - e finirla sempre al Millenium con la Scozia - può essere un vantaggio: ma in mezzo ci sono due terribili trasferte a Dublino e Twickenham. A guidare i Diavoli ci sarà il monumentale Alun Wyn Jones, supportato in mischia da Navidi, Faletau e Wainwright. Dietro, ancora fiducia a Biggar, Josh Adams e Liam William, commoventi interpreti dell'arte del rugby: come si fa a non tifare per loro?

L'Irlanda si affida allo "zio" Andy

L'Irlanda si affida a Andy Farrell, il babbo dell'apertura inglese. E' un periodo di transizione per i Verdi, che hanno fatto partire un cambiamento epocale dopo aver a lungo dominato negli anni passati ed essere scesi - nel 2019 - dal 2° al 5° posto del ranking mondiale. Subito due incontri tra le mura amiche dell'Aviva Stadium (Scozia, Galles): potrebbe essere un inizio favorevole, indispensabile per andare poi a Twickenham con un pieno di fiducia. Il mediano di mischia John Cooney è un tipo da accendere il fuoco, i Lions Healy e Furlong garanzia di una prima linea formidabile , Ryan una terza linea trascinante. Ma chissà se e quanto si potrà contare su Sexton.

La Scozia e le birre di Russell

E poi per fortuna c'è la Scozia, che da sempre si scambia con gli azzurri il Cucchiaio di Legno. I ragazzi di Townsend lo scorso anno sembravano destinati a fare meraviglie - dopo un buon Sei Nazioni nel 2018 e la vittoria all'esordio con l'Italia -, invece sono tornati a prenderle da tutti, salvo chiudere a Twickenham con un pirotecnico pareggio (38-38, ricordate?). Salutati 3 grandi giocatori come Laidlaw, Barclay e Seymour, si rituffano nell'avventura forti del bel gioco mostrato dalle loro franchigie. Si affidano ancora una volta a Hogg e Jonny Gray, chissà se Finn Russell la smetterà di ubriacarsi decidendo di dare loro una mano: quando sta lontano dai pub, l'apertura può diventare l'uomo-chiave per qualsiasi incontro. Attenzione al tallonatore di Edimburgo, McInally, e alla potenza dell'esordiente Ratu Tagive, il primo figiano a giocare per la Scozia. Con ogni probabilità finiranno per giocarsi ancora una volta l'ultimo posto con l'Italia: ma per loro a Roma sarà durissima.