https://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2020/01/31/121850688-cd654ca2-4cf2-4b23-bedf-2aa0a0a8dfd1.jpg
Il coronavirus 2019-ncov al microscopio (reuters)

la Repubblica

Coronavirus dalla Cina: tutto quello che sappiamo sull'epidemia

Le origini, la diffusione, i sintomi e il contagio. Cosa sappiamo della malattia polmonare arrivata da Wuhan

Si chiama 2019-nCoV il nuovo coronavirus (CoV) arrivato dalla Cina, mai identificato prima nell'uomo. Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi informano l'Organizzazione mondiale della Sanità che a Wuhan si è verificata una serie di casi di simil polmonite, la cui causa è però sconosciuta: il virus non corrisponde a nessun altro noto. Si comincia a indagare sull'origine della malattia.

L'epidemia di coronavirus partita da Whuan oggi ha superato il numero totale di casi dell'epidemia di Sars, ma sembra avere una mortalità più bassa. Al momento i casi di contagio confermati sono circa 10 mila e 213 i morti, questi ultimi tutti in Cina e 98 casi in altri 18 Paesi. Secondo statistiche pubblicate da Cnn, risultano 8.254 casi accertati contro gli 8.098 della Sars fra il 2002 e il 2003.

Le origini del coronavirus

A gennaio è stata eseguita la mappatura genetica del coronavirus, ma la sua origine è ancora discussa. Alcuni ricercatori del Wuhan Jinyintan Hospital in un articolo su Lancet escludono l'ipotesi che si sia propagato all'interno del mercato di pesce e animali vivi della città della Cina orientale. Secondo la loro ricostruzione, il primo paziente ricoverato in ospedale il 1 dicembre non si era mai recato nel mercato. Si attendono ancora conferme circa la teoria che il nuovo agente infettivo sarebbe arrivato all'uomo attraverso il pipistrello prima e il serpente poi.

Il contagio e i sintomi

La malattia colpisce soprattutto le vie respiratorie. I sintomi sono gli stessi di tutte le malattie infettive respiratorie, compresa l'influenza stagionale, che in queste settimane sta raggiungendo il picco dei contagi. Febbre, tosse, mal di gola, raffreddore e nei casi gravi affaticamento polmonare che può dar luogo a polmoniti.

Il virus è apparentemente trasmesso con le microscopiche goccioline di saliva emesse dal paziente con la tosse. Questa modalità di contagio è molto comune, ed è condivisa ad esempio dall'influenza e dal morbillo; è anche una modalità di contagio molto efficace.

Virus cinese, sintomi e diffusione: cosa sappiamo

La prevenzione e le terapie

Al momento non esistono cure specifiche per la malattia, ma nella maggior parte dei casi guarisce spontaneamente con terapie di supporto. Per l'insufficienza polmonare si può intervenire con l'ossigenazione extracorporea (Ecmo), un sistema di rianimazione di cui l'Italia è bene attrezzata.

LEGGI  Coronavirus dalla Cina: domande e risposte

La misura più efficace per prevenire l'epidemia è la quarantena che è stata fondamentale per fermare la Sars. Si tratta di una forma di isolamento dei malati, adottata per la prima volta nel Quattrocento durante la diffusione della peste nella Repubblica di Venezia, quando le navi dovevano attendere 40 giorni prima di entrare nel porto e sbarcare i passeggeri. Oggi viene ancora chiamata quarantena ma può avere una durata differente a seconda dell'epidemia che si vuole contenere e in base al periodo di incubazione della malattia. Nel caso del coronavirus 2019-nCoV l'isolamento previsto è di 14 giorni, poco più di quello che si presume sia il periodo di incubazione del virus.

I pazienti in isolamento non presentano sintomi e vengono tenuti in osservazione in casa o in una struttura ospedaliera (all'interno di appositi reparti), con l'obbligo di mantenere una serie di precauzioni: ad esempio, indossare una mascherina in presenza di un familiare o di personale medico, misurare la febbre più volte nella giornata, monitorare i possibili sintomi, ricevere la visita di un medico o l'assistenza sanitaria prevista.

Al momento, essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino e per realizzarne uno i tempi possono essere anche relativamente lunghi. Per evitare di contrarre il virus, l'Istituto superiore di sanità consiglia di lavarsi le mani spesso per almeno 20 secondi e strofinando con sapone o detergenti sopra e sotto. In mancanza di acqua, è consigliato l'uso del gel anti batterico. In caso di tosse o starnuti, si consiglia di coprirsi con il gomito flesso (e non con il palmo della mano) e di non toccare naso e bocca per limitare la possibile trasmissione del virus al contatto. E' consigliabile fare attenzione alla pulizia delle superfici e degli oggetti.

La mascherina costituisce una barriera efficace solo se usata correttamente, ossia aderente al viso, in modo che copra naso, bocca e mento. E' bene inoltre evitare i luoghi affollati e, in particolare, contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostrino sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti). Infine, il suggerimento è di rimanere a casa se si hanno sintomi.

Rischi e contagio del coronavirus

Il coronavirus ha una contagiosità da 1,5 a 2 (è il numero di riproduzione di base che indica i contagi secondari che un agente infettivo può produrre in una popolazione sana). Ciò vuol dire che ogni paziente può infettare da una persona e mezzo a due. Non è un tasso particolarmente alto. Il morbillo oscilla tra 7 e 29. Si calcola che per contenere il focolaio cinese occorre bloccare il 60% dei contagi. Il coronavirus può essere trasmesso da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto.

Il nuovo coronavirus 2019-nCoV, come tutti quelli umani, si trasmette da una persona infetta a un'altra attraverso la saliva; tossendo e starnutendo; con contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi; e raramente con contaminazione fecale.

La letalità, cioè la percentuale dei morti calcolata in relazione al numero di pazienti curati in ospedale è del 3% con il 20% di casi gravi. Ma bisognerà vedere lo sviluppo dell'epidemia per avere stime definitive. Finora il virus ha mostrato una letalità inferiore a quello della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave che tra 2002 e 2003 seminò 774 morti su circa 8 mila casi, con un tasso di mortalità del 9,6%.

I pazienti contagiati

Fino ad ora nessun paziente contagiato, in Cina e nel resto del mondo, ha meno di 15 anni. I malati sono invece spesso in età avanzata: la metà ha oltre sessant'anni. La maggioranza (56 su 100) sono uomini.

L'emergenza globale dichiarata dall'Oms

Il 30 gennaio l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato l'emergenza globale per il coronavirus. In particolare, il comitato ha stabilito che siamo di fronte a una "emergenza di salute pubblica di interesse internazionale (PHEIC, Public Health Emergency of International Concern)". Come spiega l'Oms sul sito, PHEIC è "un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica per altri Stati attraverso la diffusione internazionale delle malattie e che richiede potenzialmente una risposta internazionale coordinata". Questa definizione implica una situazione che viene definita dall'Oms "seria, improvvisa, insolita o inaspettata", che "comporta implicazioni per la salute pubblica oltre il confine nazionale dello Stato interessato" e che "potrebbe richiedere un'azione internazionale immediata". Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato: "Il motivo principale non è quello che sta accadendo in Cina, ma quello che sta accadendo in altri paesi".

I controlli per chi viaggia e il numero di emergenza

I primi controlli sono stati attivati a metà gennaio negli aeroporti (i primi negli Usa) dove le persone di ritorno da zone infette della Cina vengono sottoposte a monitoraggio (misurazione della febbre e verifica di altri sintomi) anche attraverso questionari. Le indicazioni delle autorità sanitarie per i pazienti asintomatici, in generale, sono di verificare la possibile insorgenza di sintomi quale raffreddore, febbre, tosse e di chiamare i numeri di emergenza - in Italia è stato attivato il 1500 - per chiedere un parere prima di recarsi al Pronto soccorso.