Il tragico racconto di Anna Maria Scarfò: “Io violentata a 13 anni”

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La storia di Anna Maria Scarfò che si racconta senza peli sulla lingua con un passato davvero orribile che l’ha vista protagonista

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La storia di Anna Maria Scarfò deve rappresentare un vero e proprio esempio per le ragazze e per le donne che non denunciano i continui maltrattamenti che subiscono continuamente nel corso degli anni. Pochi giorni a San Giovanni a Teduccio la donna calabrese si è raccontata apertamente, come voluto fortemente dalla presidente della fondazione famiglia di Maria Anna Riccardi.

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Anna Maria Scarfò, tutti i dettagli 

La donna ha preso parola partendo dall’inizio della sua storia: “Tutto cominciò il giorno del mio compleanno: compivo 13 anni ed ero andata in chiesa a fare le prove del coro. Domenico, si chiamava così il ragazzo che mi piaceva, venne a salutarmi e mi convinse a salire in auto. Quel ragazzo che fino ad allora era stato sempre gentile con me cambiò improvvisamente atteggiamento. Io gli chiesi dove stessimo andando e a quel punto mi arrivò il primo schiaffo. Mi portò in un casolare dove c’erano anche altre persone tra cui alcune appartenenti a cosche di ‘ndrangheta. Poi non ricordo più nulla, tranne l’odore della terra e delle arance, perché mi scaraventarono fuori dall’auto a botte. A quel punto mi fecero violenza a turno tenendomi le mani e i piedi. Mi dissero che avrebbero ucciso me e la mia famiglia si avessi raccontato a qualcuno quello che era successo”.

Poi ha aggiunto dettagli davvero crudeli sul suo passato: “Da quel giorno cominciarono le torture mi usavano per scambiarsi favori, per sfogarsi, per divertirsi: mi sono ritrovata legata ad un albero, soffocata nell’acqua, picchiata, violentata in tutti modi ed ero solo una bambina. In paese tutti sapevano. Forse lo sapevano anche a scuola, forse lo sapeva anche la mia famiglia ma nessuno mosso un dito. Questa storia andò avanti per due anni poi a un certo punto mi dissero: “Di te non ce le facciamo più nulla, portaci tua sorella piccola”. A quel punto scattò in me un sentimento nuovo: non avrei mai permesso che facessero a mia sorella quello che avevano fatto a me e quindi presi il coraggio a due mani e andai a denunciare tutto”.

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