Ma che stai a dì?
by ANDREA NEPORIUna mano. Di vari colori, in gradazione dal beige al nero. Il pollice sull'indice. Da oggi, è il simbolo universale di un modo di dire italianissimo, assai amato dal web. «Ma che stai a dì?».Certe volte il dialetto romano arriva prima della ermeneutica. Passando per Trilussa. Ma che stai a dì? Il Direttore dell'Hotel Palatino di Roma, famoso per aver ospitato la coppia di sessantenni di Wuhan ricoverati con il coronavirus, dichiara che tutti i dipendenti stanno bene. Poi salta fuori che un operaio romeno, che lavorava in hotel, è stato contagiato. Ma che stai a dì?
Italo Treno vende il biglietto No-stop da Roma a Milano. Con stop a Bologna. Ma che stai a dì? Greta Thumberg registra il marchio "Friday for Future" per evitare il proliferare senza controllo di nanette da giardino e bambole con le treccine a lei ispirarate. Ma il denaro non le interessa. Ma che stai a dì? ,Per il 15% degli italiani, la Shoah non è mai esistita. Ma che stai a dì?
Ciascuno di voi lettori ha di certo molte altre asserzioni da aggiungere a questa lista. A me piace che l'emoticon sia nato ispirato da noi italiani.
Secondo me, è l'eredità culturale del cervello nazionale. Da Galileo a Pulcinella. Passando per Giordano Bruno. E Cicerone. E Giambattista Vico. E Manzoni. E avanti così. O no?
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Qui andrà inserito il messaggio del Direttore, esempio:
"Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze.... "
Maurizio Molinari ABBONATI A LA STAMPA
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