Coronavirus, ecco dove erano stati i due cinesi contagiati prima di arrivare a Roma

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Coronavirus, ecco dove erano stati i due cinesi prima di arrivare a Roma (Foto Ansa)

ROMA  –  Era sbarcata all’aeroporto di Milano Malpensa il 23 gennaio scorso la coppia di cinesi ora ricoverata all’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e risultata positiva al coronavirus. Prima di arrivare nella capitale, dove hanno alloggiato all’Hotel Palatino, vicino al Colosseo, i due coniugi della provincia di Wuhan erano stati a Parma. A Roma sono arrivati in auto da soli e in città hanno visitato il centro storico, qualche museo e sito turistico, mentre la comitiva ha fatto tappa a Verona e poi in costiera amalfitana. 

I primi colpi di tosse li hanno avuti nel pomeriggio di mercoledì 29 gennaio. In serata l’uomo ha avuto la febbre alta e la moglie ha chiesto aiuto al manager dell’hotel. Ed è arrivata l’ambulanza. Quindi i test, a cui sia l’uomo sia la donna sono risultati positivi. 

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La stanza della coppia è stata sigillata per la disinfestazione da parte della Asl. Ma il direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani, Giuseppe Ippolito, rassicura: “Siamo quasi del tutto tranquilli che non ci siano stati altri contagi”, ha detto a Radio Capital. “I cittadini devono stare tranquilli – spiega – perché il rischio reale di trasmissione si verifica con persone sintomatiche. Appena i due turisti hanno avuto i sintomi sono state seguite tutte le procedure. Siamo quasi del tutto tranquilli che non ci siano stati altri contagi”.

“Di norma – sottolinea Ippolito – l’infezione viene trasmessa solo da persone che hanno i sintomi. Durante l’incubazione non si trasmette virus a meno di eccezioni. Siamo ragionevolmente tranquilli”. I casi, ha spiegato Ippolito, erano attesi. “Ci aspettavamo questi casi, eravamo preparati. Li abbiamo identificati precocemente e isolati. I pazienti sono in buone condizioni, sono giovani, con un quadro da normale influenza. Non c’è terapia per questa infezione, i pazienti vengono trattati con farmaci sintomatici esattamente come per l’influenza, resteranno isolati per qualche giorno e trattati dal nostro personale che è eccezionale”. (Fonte: Ansa)