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Quindici minuti di stop contro la violenza agli arbitri

Arbitri aggrediti
Il calcio si ferma
per 15 minuti

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Aggressioni agli arbitri, il calcio si ferma per quindici minuti. La clamorosa presa di posizione non è solo dei fischietti, ma ha il sostegno della Lega nazionale dilettanti.

I FATTI. «La settimana scorsa tre arbitri impegnati nelle gare dei nostri campionati dilettantistici hanno terminato la propria domenica di sport in un Pronto Soccorso, vittime di vili aggressioni fisiche subite in occasione di tali gare», dichiarano congiuntamente Dino Tommasi, presidente del Comitato regionale arbitri dell’Aia (l’Associazione italiana arbitri), Giuseppe Ruzza, presidente del Comitato regionale veneto della Lega nazionale dilettanti, il consiglio direttivo della Figc e i presidenti delle Sezioni Aia di Adria, Bassano del Grappa, Belluno, Castelfranco Veneto, Chioggia, Conegliano, Este, Legnago, Mestre, Padova, Portogruaro, Rovigo, San Donà di Piave, Schio, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.

«Tutto il mondo del Calcio Veneto esprime la propria vicinanza affettuosa a questi tre giovani sportivi, certo di rivederli al più presto al loro posto nei campi di gioco, e a tutti gli arbitri, insostituibili e indispensabili figure del nostro sport». Oltre a Thomas Manzini, di cui si è riportato ieri, un altro veronese, Valentino Locatelli, è finito all’ospedale domenica.

I VERONESI. Il motivo è scritto nella relazione del giudice sportivo, Michela Franchi, che ha inibito per sedici mesi Patric Cavalletti, trentatreenne bandiera del Valeggio, una vita in maglia rossoblù e, in stagione, capocannoniere con sei reti. A seguito della partita disputata in casa del Verona International dell’ultima giornata del girone B di Seconda, terminata zero a zero, il giudice ha rilevato come «al termine della gara, dopo essersi strattonato con un dirigente avversario, richiamato dal direttore di gara per la notifica del provvedimento espulsivo, il calciatore colpiva l’arbitro medesimo con una violenta testata provocandone la caduta a terra». Il terzo arbitro impegnato nelle gare dei nostri campionati dilettantistici, aggredito è stato Carlo Dei Gros di Conegliano, dopo la gara Galliera-Fontanivese, girone F di Prima categoria.

PRESA DI POSIZIONE. «Questa volta non vogliamo limitarci alle parole, vogliamo fermare per quindici minuti l’inizio delle nostre gare, dall’Eccellenza fino alla terza categoria, ma anche Juniores, settore giovanile, calcio a 5 e calcio femminile, per avere la possibilità di trasmettere, in questo spazio di silenzio e riflessione, tre semplici messaggi che, ne siamo certi, sono già patrimonio condiviso dalla stragrande maggioranza dei protagonisti del calcio veneto, dirigenti, calciatori, allenatori e anche semplici tifosi», spiegano arbitri e lega calcio.

LA LETTURA. I messaggi che le società sono invitate a leggere prima delle gare o a diffondere con dei volantini, recitano: «No ad ogni forma di violenza: i nostri terreni di gioco vogliono essere liberi da violenze e discriminazioni. Devono rimanere esclusivamente luoghi di divertimento». E ancora: «No, senza se e senza ma, alle aggressioni nei confronti degli ufficiali di gara: gli arbitri non si devono toccare». Infine: «Sì ai veri valori del calcio, dove la ricerca della vittoria, fine di ogni sport, deve essere accompagnata sempre dal rispetto dell’avversario e dalla accettazione della sconfitta e dell’errore».