Il Sole in ebollizione, con un dettaglio senza precedenti

Prime immagini dal Daniel K. Inouye Solar Telescope

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Roma, 31 gen. (askanews) – Dalle Hawaii immagini ravvicinate del Sole mostrano il plasma in ebollizione che ricopre l’intera fotosfera. A catturarle il Daniel Ken Inouye Solar Telescope (Dkist), il più grande telescopio solare terrestre, realizzato dal National Solar Observatory (Nso) e situato a 3.000 metri di altitudine sulla cima del vulcano Haleakala a Maui, nell’arcipelago delle Hawaii. Dkist possiede uno specchio primario da quattro metri di diametro con un’area di raccolta sette volte maggiore rispetto ai più grandi telescopi solari esistenti, dotati di specchi da circa un metro e mezzo.

Le strutture visibili nella foto, – segnala Global Science, il notiziario online dell’Agenzia spaziale italiana – simili a “lingotti d’oro”, sono le celle convettive, ciascuna di dimensioni di circa 1000 km, prodotte dai violenti moti di plasma che trasportano energia dall’interno del Sole alla sua superficie.

“L’Inouye Solar Telescope ci fornirà mappe del campo magnetico nella corona, la parte dell’atmosfera solare dove si sviluppano le esplosioni che possono avere ripercussioni sulla Terra. Questo telescopio migliorerà la nostra comprensione delle cause dello space weather e ci permetterà di fare previsioni più accurate delle possibili tempeste solari”, ha commentato France Córdova, direttrice della Nsf, l’agenzia di ricerca statunitense che ha finanziato il progetto.

Lo space weather, il cosiddetto clima spaziale, viene influenzato prima di tutto dal Sole che, talvolta, erutta con esplosioni di luce, provoca tempeste solari o emette particelle ultra energetiche. Il campo magnetico terrestre in genere è in grado di proteggerci dalle insidie dello space weather, ma una certa quantità di energia riesce comunque ad attraversare questa barriera magnetica, e in alcuni casi genera appunto le tempeste geomagnetiche, che oltre a produrre le spettacolari aurore boreali possono anche danneggiare i satelliti, le comunicazioni radio, i sistemi Gps e le reti elettriche a terra. Da qui l’importanza per gli scienziati di comprendere i meccanismi del campo magnetico solare.

Nei prossimi sei mesi il team dell’Inouye Solar Telescope continuerà i test di collaudo del telescopio e dei suoi strumenti in modo da prepararlo per l’utilizzo da parte della comunità scientifica internazionale. “Queste prime immagini sono solo l’inizio”, commenta David Boboltz, direttore della divisione di scienze astronomiche dell’Nsf. “L’Inouye Solar Telescope raccoglierà più dati del Sole durante i suoi primi 5 anni di operazione di tutto quanto raccolto finora, a partire da quando, nel 1612, Galileo per primo puntò il suo telescopio verso il Sole”.