Petizione dei commercianti a Pettinari: «Riaprire la provinciale Pian Perduto»
SISMA - Presenti all'incontro organizzato dal titolare del ristorante Dall'Erborista anche i sindaci di Castelsantangelo, Visso e Pieve Torina. Data l'assenza di neve hanno chiesto al presidente della Provincia di far ripartire velocemente i lavori, fermi per la pausa invernale da novembre a marzo
by Monia OraziCondividi592TweetEmail592 Condivisioni
di Monia Orazi
Il latte che si vende a Castelsantangelo si ferma a Visso e per gli articoli di piccola cancelleria si arriva a Maddalena di Muccia. I commercianti che resistono aperti negli ultimi centri abitati prima della montagna devono andare a prendere da soli questi prodotti per venderli, le ditte per i bassi margini di guadagno non li consegnano più direttamente. Chilometri a spese proprie che non possono non ripercuotersi sul lavoro ed i margini di ricavo delle attività che nel dopo sisma continuano a tenere serrande aperte e luci accese, nei freddi pomeriggi invernali.
E a quarantuno mesi dalle scosse ci sono ancora duecento metri da ripristinare della strada provinciale 136 del Pian Perduto, che ancora non permettono la riapertura. Per questo al ristorante dall’Erborista, il titolare Domenico Marzoli Capocci ha organizzato un incontro per fare il punto della situazione sulla riapertura della strada verso Castelluccio, importante per riportare turisti nelle zone colpite dal sisma. Al suo appello hanno risposto una ventina tra titolari di bed & breakfast, commercianti, alcuni baristi ed i sindaci di Castelsantangelo sul Nera, Visso e Pieve Torina. Al termine dell’incontro si è deciso di fare una petizione per chiedere al presidente della Provincia Antonio Pettinari una veloce riapertura della strada, considerando che questo inverno non è nevicato e di far ripartire i lavori, fermi per la pausa invernale da novembre a marzo.
Tra il pubblico si sono levate voci di protesta, da un anziano pensionato e da una commerciante è partita la proposta di chiudere per protesta l’acquedotto del Nera. «Ho voluto questo incontro insieme agli altri operatori turistici e commerciali per fare il punto della situazione turistica in queste zone – ha detto Domenico Marzoli Capocci – dopo il terremoto qui la situazione si è fatta difficile. Se non ci mettiamo in testa di rilanciare queste zone dal punto di vista turistico, per le attività non sarà possibile andare avanti ed in poco tempo chiuderanno. Qui se ci salviamo, ci salveremo tutti insieme. Serve una politica unitaria di tutto il territorio, Visso, Ussita, Castelsantangelo e Castelluccio, per ripartire, non lo dico tanto per me che ho problemi di salute, quanto per i giovani che vogliono restare. Se dopo quasi quattro anni, per pochi chilometri di strada i lavori non sono terminati, è evidente che qualcosa non va, non entro nei dettagli perché non sono un tecnico. Lo Stato deve capire che sono i piccoli commercianti che portano avanti l’economia delle zone interne. Se terranno la strada chiusa per altri otto mesi, devono darci qualcosa in cambio».
A dire che tra pochi mesi la strada provinciale per Castelluccio potrebbe riaprire a senso unico alternato con semaforo è stato Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo: «Ho incontrato l’ingegnere Fulvio Soccodato dell’Anas ed ho parlato con il presidente della Provincia. Otto chilometri di lavori sono stati completati. Si stanno ricevendo dal punto di vista del progetto gli ultimi duecento metri su cui si deve ancora intervenire e se riescono a modificare il progetto, con un minor tempo necessario per i lavori, prevedono di riaprire la strada la prossima primavera a senso unico alternato con semaforo ed entro la fine dell’estate con la conclusione dei lavori dovrebbe esserci la riapertura completa. La Provincia, al di là della stagione invernale che nessuno immaginava ci fosse tutto questo sole, non intende riaprire perché non c’è la ditta che fa i lavori e non ci sono i movieri come la scorsa estate per garantire la sicurezza. Soccodato ha detto che la ditta è nel pieno rispetto dei tempi contrattuali, sino a fine anno».
Ha detto un commerciante di Castelluccio, Giuseppe Caponetti: «Le scelte fatte a Castelluccio sono emblematiche, sono avvenute in emergenza e con le deroghe, il resto è stato tutto bocciato». Ha aggiunto un altro operatore turistico: «Mancano le persone, sotto le festività natalizie non c’era nessuno, come avveniva negli anni scorsi, va rilanciato il turismo, altrimenti le attività non riescono ad andare avanti». Massimo Testa ha lanciato la proposta di fare una viabilità veloce di accesso alla vallata dalla superstrada 77 Valdichienti, per superare il rischio di isolamento derivante dalla Valnerina o dal valico delle Fornaci. «Basterebbe una bretella di dieci chilometri da Casavecchia di Pieve Torina a Villa Sant’Antonio di Visso, per avere una strada di accesso veloce alla vallata, fondamentale per chi vorrà venire ad investire qua, che come prima condizione richiede stabilità di accesso ed infrastrutture di collegamento veloci – ha detto Testa – la strada per Castelluccio va riaperta al più presto, non può rimanere chiusa a lungo, altrimenti perdiamo anche il flusso turistico mordi e fuggi. La responsabilità di questa chiusura prolungata va imputata alle persone giuste».
Da altri presenti alla riunione è giunta la sollecitazione a proseguire i lavori lungo la Sp 136 visto che la stagione invernale è clemente e ad una raccolta firme per una petizione con cui chiedere al più presto la riapertura al transito. «Il turismo delle macerie ormai è finito, con la gente che veniva per vedere in che condizioni fossero questi borghi – ha detto il sindaco di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi – stiamo cadendo nel dimenticatoio dobbiamo farci sentire. Non è solo questione della strada chiusa per Castelluccio. Vanno riaperti come prima cosa il palaghiaccio di Ussita che richiamava tanta gente soprattutto nei fine settimana, gli impianti sciistici di Monte Prata e se possibile quelli di Frontignano. Va bene ricostruire le case, ma va data l’opportunità a chi vive qua, di poterci continuare a vivere. Ieri al comitato istituzionale ad Ancona abbiamo votato in trenta comuni che a fare la manutenzione delle Sae sia l’Erap. Abbiamo scritto all’Anas pochi giorni fa per chiedere una bretella da Casavecchia e di controllare il ponte delle Fornaci».
I tre sindaci hanno annunciato la prossima manifestazione di protesta a Roma, in cui si è parlato anche di dimissioni dei primi cittadini del cratere, alla quale dovrebbe prendere parte anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli. «Al comitato la dirigente Del Bello ha criticato nella relazione iniziale l’impianto della legge 123 – ha detto Alessandro Gentilucci sindaco di Pieve Torina – che dovrebbe essere la norma per far partire la ricostruzione. Il volano economico sul territorio è il lavoro che porterà la ricostruzione, con la gente che verrà qua a ricostruire e spenderà sul territorio. Oggi ancora lottiamo nell’emergenza. Io vengo dal mondo del commercio, il disagio della strada chiusa riguarda tutti, con il flusso turistico si lavora da Muccia a Pieve Torina sino a qua, questo è l’inverno più duro per le nostre terre, sono le attività commerciali ed i servizi che muovono l’economia di questi territori. Andremo a Roma a manifestare, è ora di far partire la ricostruzione, questo sarà il cantiere più grande d’Europa e far venire 500, 600 operai significa garantire il benessere. Abbiamo chiesto la zona economica speciale, che non va data a tutti i comuni del cratere. Noi non siamo la Cenerentola d’Italia e chiediamo parità di trattamento con tutti gli altri». Ha concluso Mauro Falcucci: «Va data la garanzia normativa che possiamo rimanere in montagna, con incentivi e benefici fiscali per giovani coppie e pensionati, una normativa del tipo “resto in montagna”».