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Borsa Italiana, le 5 storie più interessanti dal 2009 a oggi

IG ricostruisce gli ultimi 10 anni della Borsa Italiana

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Profondi cambiamenti socioeconomici hanno segnato l’ultimo decennio, con conseguenti ripercussioni in ambito finanziario. Coinvolto, in particolare, il FTSE MIB: il più importante indice di benchmark dei mercati azionari italiani, composto da società di primaria importanza.

Dalla crisi greca del 2009 ad oggi l’andamento del FTSE MIB è stato altalenante. L’instabilità politica italiana, il vertiginoso calo del greggio, le politiche ultra-espansive delle Banche centrali, la Brexit. Questi sono solo alcuni degli eventi che hanno scandito i trend della Borsa, interessando i titoli FTSE MIB (con conseguenze differenti a seconda del settore e delle caratteristiche delle singole aziende).

Il recente studio condotto da IG, azienda leader nel settore dei servizi e prodotti finanziari per la clientela privata e istituzionale, ha preso in esame proprio le azioni FTSE MIB. L’analisi considera l’andamento negli ultimi dieci anni e propone le cinque storie più interessanti che hanno conquistato l’attenzione degli investitori.

Non stupisce che la crescita di FCA sia una di queste. Con la gestione di Sergio Marchionne la società ha vissuto un periodo particolarmente positivo. Le scelte strategiche condotte dal manager, dall’operazione Chrysler ai numerosi spin-off, hanno portato eccellenti risultati in Borsa. Il valore del titolo si è moltiplicato per 20 nell’arco di un decennio: a gennaio 2009 le azioni della vecchia Fiat valevano circa 1 euro, a metà 2018 sono arrivate a 20 euro.

Oltre a FCA, lo studio di IG passa in rassegna anche lo sviluppo dei titoli delle banche. Queste prima hanno subito gli effetti dell’aumento dello spread, successivamente hanno risentito dei Non Performing Loans e dell’azione delle Banche centrali, che hanno determinato tassi di interesse bassissimi. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono tra gli istituti di credito esaminati e le loro storie entrano a pieno diritto tra le più interessanti.

Stessa sorte spetta a Eni, una delle 10 maggiori holding del settore petrolifero, e Juventus. Quest’ultima si trova ancora a gestire la forte volatilità legata a campagna acquisti e risultati in campo.