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Ora Atene blocca gli immigrati con una barriera galleggiante

Contro la barriera su cui punterebbe Atene si sono già scagliati gli attivisti umanitari, denunciandone l’inefficacia nella lotta agli scafisti

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Il governo greco avrebbe ultimamente deciso di ricorrere a una nuova carta contro i flussi migratori illegali che, provenendo dalla Turchia, stanno investendo le isole dell’Egeo: una “barriera galleggiante”. In base a quanto riferisce The Daily Telegraph attenendosi al sito Internet che riporta le gare d’appalto in procinto di essere indette da Atene, il ministero della Difesa punterebbe ad affidare a delle imprese la realizzazione di uno sbarramento diretto a coprire oltre 2 chilometri di mare.

Il piano dell’esecutivo ellenico, sebbene non ancora ufficializzato dal premier Kyriakos Mitsotakis, consisterebbe appunto, afferma la testata, nell’installazione in acqua di una serie di dissuasori, denominata “sistema di protezione galleggiante”, per fermare le imbarcazioni dei trafficanti di esseri umani dirette principalmente verso le isole di Samo, Lesbo e Chio.

Sempre secondo le informazioni diffuse dal giornale britannico citando il portale web governativo, i galleggianti della barriera progettata da Atene verranno posizionati a più di cinquanta centimetri di altezza sopra il livello del mare e saranno dotati di potenti“fari”, così da segnalare la propria presenza ai naviganti anche di notte.

A erigere lo sbarramento marittimo, spiega sempre il quotidiano londinese, ci penserà l’esercito ellenico e, per finanziare l’opera, l’esecutivo Mitsotakis avrebbe stanziato 500mila euro.

Sul sito web a cui fa riferimento il Telegraph non sarebbe però indicato né il punto esatto dell’Egeo né il lasso di tempo in cui sorgerà il sistema di protezione anti-flussi migratori irregolari.

Il portale telematico greco, puntualizza l’organo di informazione d’Oltremanica, assicura tuttavia che l’installazione dei galleggianti avverrà in modo tale da consentire alle istituzioni finora coinvolte nella gestione delle ondate migratorie internazionali di “proseguire la loro missione”.

La testata britannica ha quindi raccolto il disappunto che, nonostante l’assenza di comunicati ufficiali di Atene sulla volontà di allestire nell’Egeo una barriera, alcuni attivisti umanitari hanno già esternato in forma anonima.

A detta dei membri delle ong contattate dal Telegraph, un eventuale sistema protettivo galleggiante non servirà affatto a dissuadere i trafficanti di uomini a imbarcare migranti e a organizzare traversate della disperazione dalla costa turca verso la Grecia e altri Stati Ue.

Gli scafisti, ad avviso degli attivisti interpellati dal giornale, non si faranno affatto intimidire dallo sbarramento in questione e, anzi, finiranno per “aggirarlo” agevolmente.