Pensioni, Portogallo addio: stop alla detassazione per gli stranieri
Stop alla detassazione zero per i pensionati che nei prossimi anni decideranno di trasferirsi in Portogallo. Cosa succederà ora e quali sono le manovre simili che anche il Governo italiano ha deciso di adottare.
by Giorgia GandolfiniIl Portogallo da tempo è tra le terre da sogno dei pensionati italiani. Lo dimostrano i numeri: attualmente circa 2800 connazionali hanno preso la residenza sulle sponde dell’Atlantico. Certamente il clima mite, la qualità del cibo, la vivacità culturale e i prezzi bassi hanno favorito questo speciale tipo di emigrazione.
Ma vi è un altro elemento da ricordare che gioca un ruolo essenziale nello spingere molti Italiani a questa scelta. Si tratta dell’esenzione fiscale per dieci anni, ovvero niente tasse per un decennio. Ma all’orizzonte si intravedono cambiamenti radicali. Con la nuova finanziaria 2020 dell’attuale governo portoghese si è palesata l’intenzione di aumentare al 10% la tassazione di tutti coloro che rientrano della categoria dei “residenti non abituali” e di richiedere un versamento minimo di 7.500 Euro ogni anno.
Pensioni: detassazioni stranieri in Portogallo
Non si tratta solo di sole, oceano e buon cibo: il Portogallo, così come altre località che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, rappresenta da molti anni una delle mete preferite dai pensionati italiani grazie alla politica di detassazione fiscale completa per un intero decennio in cui questi ricadono nel caso di trasferimento nel Paese.
In generale, secondo Itinerari previdenziali, guidato dall’ex sottosegretario del Lavoro Alberto Brambilla, ci sono ben 60mila pensionati che dall’Italia hanno deciso di trasferirsi per gran parte dell’anno all’estero per beneficiare di vantaggi fiscali, che include costi di vita più bassi e tassazione inferiore. Il Sole24Ore parla del 16% sul totale delle 370mila pensioni pagate fuori dai confini nazionali.
In Portogallo, a causa dello sviluppo crescente ma disomogeneo che il Paese sta attraversando, molte sono state le proteste dei pensionati portoghesi che hanno preso di mira i coetanei più ricchi provenienti dall’Italia e da molti altri Paesi europei, che hanno approfittato delle agevolazioni per trasformare il proprio reddito da lordo a netto con un semplice cambio di residenza.
Pensioni, Portogallo addio: cosa succede ora
La fazione di sinistra dell’attuale governo portoghese, il Bloco de Esquerada, ha deciso di appoggiare questi malcontenti chiedendo al premier socialista Antonio Costa l’introduzione nella finanziaria 2020 di una nuova direttiva: un rialzo dallo 0 al 10% delle tasse per i pensionati dall’estero, oltre al versamento minimo di 7.500 Euro all’anno. Si tratta comunque di una misura non retroattiva, quindi applicabile solo a coloro che si trasferiranno nel Paese in futuro.
Pensioni, la prova dell’Italia sulla falsa riga del Portogallo
Sulla falsa riga del Portogallo e quella delle politiche adottate da altri simili Paesi, anche il Governo italiano ha introdotto un’imposta sostitutiva del 7% applicabile per cinque anni nei confronti dei pensionati che decidono di trasferire la propria residenza in Comuni del Sud Italia con meno di 20mila abitanti. Gli obiettivi che questa decisione consentirebbe di raggiungere sono molteplici: rallentare il trasferimento verso l’estero di questa categoria di cittadini, aumentare i consumi in aree sottosviluppate e incentivare la ripopolazione di località che stanno lentamente scomparendo. I risultati potranno essere valutati nei prossimi anni, con l’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2021.