Banca Popolare di Bari, ai domiciliari l'ex presidente Jacobini e il figlio

Tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per gli ex vertici dell'istituto di credito barese. Interdetto per un anno per ex ad De Bustis Figarola. Perquisizioni anche a Roma, Milano e Bergamo

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Marco Jacobini (IMAGOECONOMICA)

Bari, 31 gennaio 2020 - Svolta nell'inchiesta sulla Popolare di Bari. Il Tribunale di Bari ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e una misura interdittiva. Ai domiciliari sono finiti Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari e vice direttore generale e direttore generale di fatto dell'istituto di credito barese. Arresti domiciliari anche per Elia Circelli, ex responsabile della funzione bilancio e amministrazione della direzione operations della banca. I reati contestati, a vario titolo, sono di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

Interdezione per 12 mesi dall'attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese, invece, per Vincenzo De Bustis Figarola, ex amministratore delegato della banca di Bari e dg della banca dal 2011 al 2015 e dal dicembre 2018 fino al commissariamento. Per De Bustis le accuse sono riferite a un episodio di falso in bilancio e di falso in prospetto.

In tutto sono 9 le persone indagate nell'inchiesta sulla Banca popolare di Bari. Tra gli indagati, non sottoposti a misure cautelari, figurano anche Luigi Jacobini, l'altro figlio di Marco Jacobini, Giorgio Papa, ex amministratore delegato, Roberto Pirola e Alberto Longo, ex presidenti del Collegio sindacale e Giuseppe Marella, ex Responsabile dell'Internal Audit dell'istituto di credito.

Gli episodi contestati sono 13, tutti di falso in bilancio, commessi negli anni tra il 2014 e il 2018. Inoltre un episodio di falso in prospetto in relazione alla vendita delle azioni, sei di ostacolo alla vigilanza, ai danni di Consob e Banca d'Italia e infine anche maltrattamenti ed estorsioni nei confronti di Luca Sabetta, ex chief risck officer, che denunciò in procura i presunti abusi subiti.

La Finanza ha inoltre effettuato 17 perquisizioni, a Bari, Roma, Milano e Bergamo, presso le abitazioni e gli uffici nella disponibilità delle quattro persone raggiunte dalla misura cautelare e di altri sei responsabili dell'Istituto di credito.

Occultati profitti illeciti per 5,6 milioni

Secondo gli investigatori Marco e Gianluca Jacobini, poche ore prima il commissariamento della banca (avvenuta il 13 dicembre, ndr), avrebbero messo "in atto condotte di occultamento dei profitti illeciti" trasferendo dai loro conti correnti, cointestati alle rispettive mogli, somme per complessivi 5,6 milioni. Per questo motivo sono scattate le esigenze cautelari per i due ex amministratori della Banca Popolare di Bari. Il trasferimento dei fondi sarebbe avvenuto il 12 e il 13 dicembre scorsi.

Il 13 dicembre i commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini hanno preso in mano la gestione dell'istituto di credito, e il 18 dicembre hanno depositato in Procura note della "Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia".

Nelle note si evidenziano cinque segnalazioni di operazioni sospette del 12 e 13 dicembre, relative al trasferimento verso Banca Sella "di ingenti fondi detenuti presso la BpB" con decine di assegni circolari e bonifici intestati a familiari o a società a loro riconducibili, un'agenzia Allianz e la Società Agricola Masseria Donna Giulia srl. Negli atti si legge: "Trattasi di operazioni poste in essere nella imminenza della formalizzazione del commissariamento (e tutt'ora in corso) che dimostrano l'intenzione di sottrarre i profitti illeciti ad eventuali operazioni di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria".

Inoltre si evidenzia che "i dirigenti, benché dimessisi o rimossi da precedenti incarichi di vertice presso la Banca Popolare di Bari a causa delle evidenti responsabilità emerse a loro carico, risultano tutti ricoprire, a vario titolo, numerose cariche o rappresentanze in diversi soggetti giuridici operanti nel settore bancario, assicurativo e dei servizi a sostegno delle imprese".

Su tutti emerge il ruolo di procuratore della Allianz Spa ricoperto da Marco Jacobini, rappresentante legale anche di altre due banche fuse per incorporazione vent'anni fa nella BpB, e quelli di Gianluca Jacobini ed Elia Circelli nella Cassa di risparmio di Orvieto spa, banca appartenente al gruppo BpB. "Tale situazione pone gli indagati non solo in condizione di poter potenzialmente reiterare i reati contestati, ma anche di poter eventualmente porre in essere condotte tese ad un inquinamento probatorio", si legge nell'ordinanza dei magistrati.

Testimone: Jacobini governava con lo sguardo

"Marco Jacobini governava la banca con lo sguardo" ha rivelato agli inquirenti della Procura di Bari Benedetto Maggi, vice responsabile della Direzione Crediti. Sentito il 17 dicembre 2019, il testimone ha spiegato "l'attuale potere di fatto della famiglia Jacobini". Stralci delle sue dichiarazioni sono riportati nell'ordinanza di arresti domiciliari. "Appare evidente che la struttura della banca è ancora sottoposta al controllo di fatto della famiglia Jacobini. Appare pertanto necessario e urgente impedire che tale potere illecito impedisca il risanamento della Banca con i devastanti effetti sull'economia meridionale. In particolare il potere di fatto della struttura imprenditoriale impedirebbe l'emersione dei dati contabili necessari per identificare le cifra necessarie per il risanamento della banca".

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