il giallo
I tre italiani scomparsi in Messico, finiti in una fossa comune?
Siamo al secondo anniversario dalla scomparsa, e spunta un'ipotesi inquietante. I tre furono prelevati da alcuni agenti di polizia locale - oggi a processo - e venduti ai narcos
Potrebbero essere finiti in una delle tante fosse comuni che si trovano in Messico i tre napoletani scomparsi esattamente due anni fa, che furono prelevati dalla polizia locale di Tacalitlan e venduti ai narcos.
Claudio Falleti, legale delle famiglie di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, non smette di sperare: "Quasi ogni giorno di registrano notizie di ritrovamenti di fosse comuni, ma la famiglia non perde la speranza di ritrovare in vita i propri congiunti".
Sono in corso le prove del Dna sui 29 corpi ritrovati in una fossa in Messico.
Quanto all'inchiesta, il processo di primo grado sta andando avanti: quattro i poliziotti detenuti in carcere "in attesa di una condanna definitiva", spiega il legale, che si dice "insoddisfatto dell'esito delle indagini e di come si siano compiute". Perché "è importante - afferma - attribuire una responsabilità penale e condannare gli autori materiali della consegna, ma a noi interessa sapere dove si trovino Raffaele, Antonio e Vincenzo".
"Siamo anche delusi - aggiunge - dai rappresentanti del nostro governo che si sono succeduti in questi due anni in quanto ci si aspettava, e ci si aspetta ancora oggi, una maggiore pressione nei confronti del governo messicano per scoprire la verità".
(Unioneonline/L)