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Banca Popolare di Bari, arrestati Marco e Gianluca Jacobini. Interdetto De Bustis

La Guardia di Finanza ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente padre e figlio, il primo ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari e il secondo vice direttore generale e direttore generale di fatto dell’istituto di credito barese. L’interdizione a esercitare per 12 mesi l’attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese è stata invece disposta per l’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari Vincenzo De Bustis Figarola.

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I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno eseguito stamane una ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari nei confronti dell’ex Presidente della Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini (indagato per false comunicazioni sociali, art. 2622 del cod. civ.; falso in prospetto, art 173 bis del D.lgs 24.02.1998 n.58, ostacolo alla vigilanza, art.2638 del cod. civ.; maltrattamenti ed estorsioni, artt. 572 e 629 c.p.), del figlio Gianluca, già condirettore generale (indagato per false comunicazioni sociali, art. 2622 del cod. civ.; falso in prospetto, art 173 bis del D.lgs 24.02.1998 n.58; ostacolo alla vigilanza, art.2638 del cod. civ.; maltrattamenti ed estorsioni, artt. 572 e 629 c.p.) e di Elia Circelli, attuale responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione del medesimo istituto di credito (indagato per false comunicazioni sociali, art. 2622 del cod. civ.;). Inoltre, nei confronti di Vincenzo De Bustis Figarola, già Direttore Generale della citata Banca ed ex Amministratore delegato (indagato per false comunicazioni sociali, art. 2622 del cod. civ.; falso in prospetto, art 173 bis del D.lgs 24.02.1998 n.58; ostacolo alla vigilanza, art.2638 del cod. civ; maltrattamenti ed estorsioni, artt. 572 e 629 c.p.) è stata adottata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione di dirigente di istituti bancari nonché degli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. L’ordinanza emessa dal Giudice giunge all’esito della richiesta di adozione delle misure cautelari avanzata nel luglio dello scorso anno nell’ambito di una corposa indagine avviata al fine di accertare le cause che hanno portato al dissesto finanziario della Banca Popolare di Bari, di recente commissariata dalla Banca d’Italia con proprio provvedimento emesso in data 13 dicembre 2019.

Le complesse e prolungate investigazioni condotte dai finanzieri Gruppo Tutela Mercato Capitali, articolazione del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari specializzata nel contrasto ai reati societari e bancari, eseguite anche con l’ausilio di consulenti tecnici nominati dalla Procura della Repubblica, hanno portato alla luce condotte illecite perpetrate mediante l’esposizione nei bilanci di esercizio di fatti non corrispondenti al vero, l’omissione di rilevanti informazioni nella redazione dei prospetti informativi diffusi in occasione della offerta pubblica di acquisto di nuove azioni, l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza svolte dalla Consob. Con l’ordinanza di oggi sono state contestate a vario titolo agli indagati le risultanze investigative emerse dalla attività di analisi condotta sulla documentazione acquisita presso l’Istituto di credito o fornita da Banca d’Italia e dalla Consob nell’ambito delle ordinarie forme di collaborazione istituzionale svolte dagli organismi di controllo e vigilanza, dalle attività di captazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense compiute sui computer e server sequestrati nel corso delle indagini, nonché mediante raccolta di informazioni da persone in grado di riferire notizie utili all’accertamento dei fatti. All’esito della complessa attività investigativa svolta sotto la costante opera di indirizzo e direzione di questa Procura della Repubblica, sono state accertate e contestate molteplici gravi e continuate condotte fraudolente finalizzate alla esposizione nei bilanci di esercizio relativi gli anni 2014, 2015, 2016, 2017 e nella semestrale 2018 di dati non veritieri al fine di occultare perdite di rilevante entità subite dalla banca così da gonfiare artificiosamente il patrimonio e trarre in inganno i soci ed il pubblico sulla reale situazione dell’Istituto di Credito.