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Riki, ero stufo e sono sparito per un pòRIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Riki, ero stufo e così sono sparito per un po'

Nel mirino per aver spoilerato cover, "l'ho fatto ingenuamente"

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Nel 2017, grazie alla partecipazione ad Amici di Maria De Filippi e alla vittoria nella categoria Canto, è l'artista italiano che vende più dischi in assoluto (310mila copie fisiche con l'ep Perdo le Parole e l'album Mania). L'anno successivo è un sold out dietro l'altro per il suo primo tour, che comprende anche il Forum di Assago. Si moltiplicano i like sui social (solo su Instagram ha oltre un milione di follower). Successo, fan, popolarità: sembra tutto facile per Riki Marcuzzo. Ma ad un certo punto qualcosa si rompe e lui dice basta. "Non lo nego, mi ero stufato - racconta il 28enne di Segrate -. Al ristorante ero assalito, non potevo andare in giro. Ero assuefatto, non mi stupiva più quello che mi succedeva intorno. Il successo, cui sono comunque grato, mi toglieva ogni energia. E così sono sparito per un po'".
Ora, dopo un anno di pausa, è tornato: più maturo, più consapevole (anche del fatto che non sarà più come prima), con un'esperienza oltreoceano in America Latina e le idee chiare.
"Non rinnego niente e rifarei tutto, ma non voglio più essere etichettato solo come il belloccio da talent - si sfoga, lui che è laureato in design e nel frattempo ha messo su un'azienda di merchandising per artisti e una di interior design -. Voglio dimostrare di avere un pensiero a 360 gradi. So che non avrò più quel fanatismo di tre anni fa, ma a dirla tutta neanche lo cerco".
Per ripartire ha scelto il Festival di Sanremo, dove sarà in gara con la ballad Lo sappiamo entrambi, che lui stesso ha scritto. "Era la canzone giusta per questo momento, senza facili strizzate d'occhio alla stampa o al pubblico. Ultima spiaggia? Non posso dire di non sentire la pressione, ma quello che sarà, sarà. Non mi interessa il risultato, sono in pace con me stesso - aggiunge -. All'Ariston cercherò di essere quello che sono, consapevole della risonanza che può dare quel palco".
Anche commettendo qualche errore, come quello che l'ha fatto finire nel mirino per aver spoilerato sui social una parte della cover L'edera di Nilla Pizzi, presentata a Sanremo nel 1958.
"L'ho fatto ingenuamente, sono abituato a condividere tutto sui social e non sapevo andasse contro il regolamento. Quando mi hanno fatto notare che avevo commesso un errore, ho eliminato immediatamente i 20 secondi di video dai social". La Rai, tenuto conto della buona fede dell'artista, non procederà alla sua esclusione. "Sono arrivato ben ultimo nella consegna del titolo della cover. Ero molto indeciso, volevo portare l'Italiano di Toto Cutugno, ma ci aveva già pensato Francesco Gabbani. Poi ho pensato che recuperare un pezzo di storia come questa fosse l'omaggio più vero che potessi fare al festival", spiega poi.
La partecipazione al festival ha reso necessario anche rimandare l'uscita del suo nuovo album (vedrà la luce prima dell'estate) e posticipare, rispettivamente al 3 e all'11 ottobre, le due date nei palasport di Roma e Milano, previste inizialmente per febbraio. "Il disco - spiega - è il giusto passaggio tra quello che ero prima e quello che sono ora". Il progetto racconta la nuova fase artistica di Riki e si nutre anche dell'esperienza in Sud America dove ha iniziato una collaborazione con la band latina CNCO ed ha debuttato in Argentina, Messico, Colombia. "Ma non sarà un disco reggaeton", dice come a tranquillizzare i fan.
L'ultima domanda è sulle polemiche su Junior Cally che hanno avvelenato la vigilia. "Lui è un rapper, e i rapper hanno un certo tipo di linguaggio, e parlano di droga e sesso. Se il festival vuole il rap deve accettarlo. Io non assolvo e non condanno, faccio musica diversa. Ma mi rendo conto che queste canzoni arrivano anche a bambini di 8 anni che non hanno gli strumenti per comprendere cosa stanno ascoltando". (ANSA).