Partono i due mesi per evitare 452 licenziamenti alla Mahle: “Tempo in più che auspichiamo porti al ritiro della procedura”
L’accordo si era raggiunto al Mise di Roma lo scorso 28 novembre. Oggi la proroga è stata verbalizzata in Regione. Fiom: “Speriamo che la Regione si faccia parte attiva al fine di riuscire ad evitare i licenziamenti”. Prossimi incontri non ancora calendarizzati
by Daniele CaponnettoSiglato questo pomeriggio, lunedì 9 dicembre, presso gli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro di via Magenta a Torino il verbale che ufficializza la proroga la procedura di licenziamento collettivo al 7 febbraio 2020 per i 452 lavoratori della Mahle di Saluzzo e La Loggia.
L’accordo si era raggiunto al Mise di Roma lo scorso 28 novembre: al tavolo era presenta l’azienda, le segreterie nazionali di Fiom, Fismic e Fim con il vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial con il sottosegretario Alessandra Todde. Presente la deputata cuneese del Pd Chiara Gribaudo e il vicesindaco di Saluzzo Franco Demaria. A manifestare a Roma oltre a quasi 200 lavoratori dei due stabilimenti. In quell’occasione si era ottenuto il risultato di sospendere per 30 giorni la procedura di mobilità dando alla trattativa maggior respiro.
Il verbale siglato oggi a Torino è stato firmato alla presenza delle segreterie provinciali, le rappresentanze di stabilimento, di Mahle e dell’assessore alla Regione Elena Chiorino con il funzionario Alberto Anselmo. Al momento non sono stati calendarizzati i prossimi incontri per affrontare la crisi che ha visto, lo scorso 23 ottobre, il colosso tedesco specializzato nella produzione di componentistica per automobili, esprimere la volontà di chiudere i due stabilimenti piemontesi Mahle.
“Abbiamo due mesi per trovare una soluzione” – dichiara Pierandrea Cavallero segretario provinciale della Fiom Cgil – “Speriamo che la Regione si faccia parte attiva al fine di riuscire ad evitare i licenziamenti collettivi (209 a Saluzzo, 243 a La Loggia ndr). Ci auguriamo che questo tempo in più serva per salvare tutti i posti di lavoro. La nostra rimane e rimarrà la stessa: ritiro immediato della procedura.”