Matteo Renzi vuole le elezioni anticipate, ma prima che il taglio dei parlamentari sia effettivo

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Matteo Renzi sta giocando una partita silenziosa in attesa di fare scacco matto? Forse sì. Secondo alcuni indiscrezioni, pare che l’ex Premier non stia attendendo altro che la caduta dell’esecutivo e il ritorno anticipato alle elezioni. Elezioni che sa di non poter vincere, ma in cui è convinto di poter partecipare dignitosamente. E magari prima del taglio dei parlamentari.

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Matteo Renzi: “La situazione è preoccupante”

Secondo quanto riportato da Il Tempo, il leader di Italia Viva sarebbe preoccupato dagli effetti che la legge sul taglio dei parlamentari avrebbe sul suo partito. Se oggi il gruppo capitanato da Matteo Renzi raggiunge tra il 4,5 e il 5%, senza la legge potrebbe “contare su truppe più consistenti”. Quella di Renzi sembra un po’ strategia per acquisire visibilità mediatica, un po’ per arrivare al bersaglio senza dare troppo nell’occhio: far cadere il governo su questioni serie per coprire una paura molto più banale. Uno spiraglio di luce potrebbe arrivare anche dalla raccolta firme tra i parlamentari per indire un referendum confermativo a cui stanno lavorando Andrea Cangini e Nazario Pagano di Forza Italia insieme a Tommaso Nannicini del Partito Democratico: con già 52 adesioni su 65, l’intenzione è quella di rinviare la riforma nell’attesa di vedere il governo cadere e inciampare definitivamente. O, al contrario, blindare la legislatura.
Gennaio quindi sarà il mese che costringerà Renzi a scoprire le sue carte: dovrà decidere se incassare o meno il bonus di consenso per chi avrà il coraggio di staccare la spina a questa tormentata esperienza di governo (di cui è stato artefice).
“La situazione è preoccupante. Due mesi fa avrei detto che era impossibile andare a votare, che sarebbe stato autolesionismo puro. Ora invece lo metto nel conto”, ha dichiarato il capogruppo di Italia Viva. E ciò significa attrezzarsi in vista della possibilità di elezioni nella prossima primavera. Questa volta i ragionamenti di Matteo Renzi si concentrano sui numeri: “So quello che va dicendo il Pd. E cioè che io ho paura di andare a votare perché non ho abbastanza consensi. Ma guardiamo ai fatti. Adesso, con lo scandalo di Open sui giornali Italia viva ha il 5 per cento. E questo vuol dire che con una campagna elettorale fatta bene posso arrivare anche al 10. E comunque me la gioco“. Insomma, non ha paura Matteo Renzi. Verso le elezioni e oltre.

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Matteo Renzi non ha paura delle elezioni anticipate, ma gli altri?

Non teme di andare a elezioni anticipate, ma non scalpita nemmeno perché avvengano il prima possibile. Almeno questo è quello che dichiara: “Semmai sono quelli del Pd e dei Cinque Stelle a volere il voto. Le elezioni anticipate sarebbero un regalo ai sovranisti e infatti non sono io a voler andare a votare. Ma, come ho detto, inizio a temere per la prima volta che la situazione non regga più. Si litiga su tutto. Su Alitalia, Mes, prescrizione, riforma delle Autonomie. E non si riesce a portare a casa un provvedimento perché queste continue liti paralizzano l’azione del governo. Perciò le elezioni non possono più essere un’ipotesi da escludere. Io posso anche cercare di reggere fino in fondo, ma non dipende da me…Prendete il reddito di cittadinanza. Ebbene, io non ho mai visto una cosa più assurda di quella. Una roba inutile, anzi dannosa”.
Non è effettivamente un momento semplice per il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che non riescono, mai, a trovare un accordo. E non importa di cosa si parli: le distanze sono siderali su tutte le grandi questioni della politica. Dal Fondo salva-Stati, alla prescrizione, all’ ex-Ilva, ad Alitalia… Serviranno acrobazie retoriche per superarle, e non è detto che basti. L’incidente di percorso è sempre dietro l’angolo, ma forse è meglio continuare a cercare di sopravvivere per rallentare (e difficilmente impedire) l’arrivo di Matteo Salvini a Palazzo Chigi.
Matteo Renzi è preparato sul suo conto, e sa quale idea sta già circolando. Per questo precisa: “Se si deve andare alle elezioni, ci si vada con seicento parlamentari e non con mille come adesso”.

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